L'intervista al batterista della prog band, che torna sui palchi di tutta Italia (prima data a Roma il 14) con 'Pfm canta De André Anniversary'

E’ stato uno dei sodalizi più riusciti nella storia della musica italiana. Non solo perché metteva sullo stesso palco una prog band e un cantautore tra i più amati di sempre, ma anche perché quel connubio diede vita a una “esperienza irripetibile” e al “primo esempio di collaborazione tra due mondi completamente diversi”, come disse lo stesso Fabrizio De André. Oggi il cantautore non c’è più e i suoi tantissimi fan ancora lo rimpiangono, ma la sua musica e la sua poesia sono ancora fonte di ispirazione. Quarantacinque anni dopo il tour ‘Fabrizio De André e Pfm in concerto’, la celebre prog band torna sui palchi di tutta Italia con ‘Pfm canta De André Anniversary’, un tour per celebrare quel fortunato sodalizio con tre ospiti d’eccezione: Flavio Premoli (fondatore Pfm) con l’inconfondibile magia delle sue tastiere, Michele Ascolese, chitarrista storico di Faber e Luca Zabbini, leader dei Barock Project.

Dopo la data zero a Isernia il 13 ottobre, il giro d’Italia della Pfm parte il 14 dal Teatro Brancaccio di Roma per uno show già andato sold out. In tutto 38 date che rinnovano l’abbraccio fra il rock e la poesia. “E quando la Pfm suona sulla sua poesia fa sempre il suo fantastico effetto”, dice Franz Di Cioccio, batterista e leader della celebre band, in un’intervista a LaPresse. “Ci è venuta questa idea – racconta – perché c’è sempre una enorme richiesta per quello che facciamo con Faber. Si è amatissimi sempre, fin quando si mantiene la coerenza con quello che si è fatto. Faber non ha mai fatto delle canzonette, i suoi racconti avevano sempre una certa profondità, e il nostro modo di musicare testi è amato dal pubblico proprio perché all’interno di un fatto sia sonoro che letterario. Tutte le volte che vediamo che il pubblico vuole ‘sentire’ questo incontro, noi lo facciamo”.

In questa occasione, alla scaletta originale saranno aggiunti anche brani tratti da ‘La buona Novella’ – concept album capolavoro di De André ispirato dai vangeli apocrifi – completamente rivisitati dalla band. “Un disco che ha preso il suo ruolo e il pubblico lo ama. E noi quando facciamo musica dobbiamo farla al meglio, perché abbiamo tra le mani un poeta”, evidenzia Di Cioccio. E’ stato proprio lui, racconta, a convincere De André a esibirsi insieme alla Pfm. “Io sono quello della band che tiene in mano tutte le storie. E’ stato un progetto che abbiamo fortemente voluto, non è facile lavorare con uno come Fabrizio ma allo stesso tempo è stato molto semplice. Forse perché io sono un acquario e anche lui. E gli acquari si guardano, si scrutano. Ci siamo detti le cose come stanno, senza il rispetto dell’artista e il rispetto del rockettaro che era in giro per il mondo. Non è mai voluto venire in studio, poi un bel giorno quando è arrivato ha detto: belin, ma facevamo questo? E allora ne è rimasto colpito”. “Se porteremo altri dischi di De André dal vivo? Queste cose non si programmano. Un giorno capiterà che ci vediamo, ci sentiamo e magari viene fuori questa cosa”, si limita a dire il leader della band, che non chiude le porte ad altri sodalizi ma precisa: “Ora sto pensando ad altro, prima o poi dovremo fare una tournée mondiale potente. Faremo delle cose per scaldare le mani e poi faremo qualcosa di nuovo. Con Fabrizio mi sono divertito perché siamo abbastanza simili, due acquari caparbi. E’ stata una bella cosa e non cercherò mai di ripetere quello che ho fatto. Se poi dovessi incontrare qualcuno che ha delle capacità, perché no?”.

E sul fenomeno Maneskin: “Loro avevano delle belle carte da giocare, avevano delle capacità, non si arriva al successo per caso. Hanno delle cose e quando le senti ti rendi conto che c’è uno spessore dietro. Poi, quanto dureranno dipende da loro. Io ho l’età che ho, a 15 anni facevo questo e continuo a fare questo ma non ho mai fatto la stessa canzone o la stessa scelta musicale. I Maneskin forse hanno trovato una chiave, ora vedremo cosa faranno”. Il tour della Pfm si chiuderà il 30 aprile al Teatro Ariston di Sanremo e la domanda viene quasi spontanea: la Pfm riporterà De André anche al Festival? “Andiamo a Sanremo perché Sanremo è un bel posto”, chiosa Di Cioccio. Poi scherza: “Anzi, forse è giusto che ascoltino della buona musica…“. E al telefono, Di Cioccio intona altri versi di Faber.

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