43 anni fa, il Pontefice polacco veniva ferito da due colpi di pistola sparati da Alì Agca

Mercoledì 13 maggio 1981, ore 17.17. Pochi attimi, un evento che ha cambiato la storia del mondo: l’attentato a Giovanni Paolo II. Il Papa ferito da due colpi di pistola sparati da Alì Agca nel cuore di Piazza San Pietro. Le istantanee di quei drammatici momenti sono impresse nella memoria di tutti, di chi c’era e ha vissuto con angoscia quegli attimi con la paura che il Papa fosse in pericolo di vita, e di chi non c’era, ma conosce perfettamente la portata di quanto successo. Sono passati 43 anni da quel pomeriggio che ha sconvolto il mondo, trasmesso e ritrasmesso.

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Non era la prima volta che un Papa subiva un attentato. Il 27 novembre 1970, infatti, a Manila, Paolo VI fu colpito con un pugnale da Benjamin Mendoza y Amor. Non un unicum, dunque, ma una prima volta per tempi e modalità e, soprattutto, perché l’immagine del Papa che si accasciava sulla ‘campagnola’ generò sgomento nell’intero universo. L’attentato a Wojtyla è “stato un momento di grande prova, di grande smarrimento” , ha ricordato il segretario di Stato della Santa Sede, cardinale Pietro Parolin.

Per Giovanni Paolo II “una mano ha sparato e un’altra ha guidato la pallottola“. Per il Papa, fu la Madonna di Fatima a cambiare la traiettoria di quel proiettile che, diversamente, lo avrebbe ucciso. Questo evento storico è ancora oggi circondato da tanti misteri. Non si conoscono i mandanti né i reali motivi, e più volte si è cercato di legare quanto avvenuto in piazza San Pietro anche al mistero della scomparsa di Emanuela Orlandi, avvenuto due anni prima. Senza però alcuna provata evidenza.

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