Per la prima volta la competizione, giunta alla 50esima edizione, arriverà in una città italiana, Genova, che ospiterà a fine giugno il Grand Finale

Tutto pronto per la partenza di The Ocean Race, la regata più impegnativa attorno al mondo, conosciuta come l’Everest della Vela, che inizia oggi ad Alicante. Per la prima volta la competizione, giunta alla 50esima edizione, arriverà in una città italiana, Genova, che ospiterà a fine giugno il Grand Finale. La regata è riservata a due classi di imbarcazioni, gli IMOCA60 che navigheranno intorno al mondo e le VO65 che parteciperanno a tre tappe. Undici in tutto i team in gara. Tra i VO65 c’è anche ‘Team Genova’ imbarcazione italo-austriaca con la croce di San Giorgio sullo scafo e un equipaggio internazionale di cui fanno parte due italiani, Cecilia Zorzi e Alberto Riva.

Ospitare il Grand Finale di The Ocean Race vuol dire “collaborare a un evento sportivo di altissimo livello” e anche “avere una grandissima visibilità per Genova, la nostra città, non solo in Italia ma nel mondo”, ha affermato il sindaco del capoluogo ligure Marco Bucci che ha visitato il padiglione italiano da 150 mq all’Ocean Live Park di Alicante, insieme all’ambasciatore d’Italia in Spagna Riccardo Guariglia. “Vedere la regata partire dalla Spagna con una barca che ha un’identità genovese, italiana, e che porta la bandiera italiana in giro per il mondo è meraviglioso”, “auguro a tutto l’equipaggio il vento in poppa”, ha affermato l’ambasciatore, sottolineando che l’evento sarà una bella esperienza “da cui tutto il Paese trarrà grande vantaggio”.

“Per la prima volta nella storia questa meravigliosa regata farà tappa finale in Italia, a Genova, e mi auguro che sia il primo di altri arrivi”, ha aggiunto. Il sindaco e l’ambasciatore hanno quindi incontrato l’equipaggio del ‘Team Genova’ e sono saliti a bordo dell’imbarcazione. “Le condizioni saranno abbastanza dure“, ma “la barca è decisamente pronta, sono mesi che lavoriamo per prepararla e domani si parte”, ha detto a LaPresse Riva, spiegando che “l’obiettivo numero uno sarà riuscire a uscire dal Mediterraneo senza distruggere il mezzo”.

La VO65 Sprint prevede tre tappe, Alicante-Cabo Verde, Aarhus-L’Aia e L’Aia-Genova. “Fa piacere vedere finalmente” alla Ocean Race “un team con un nome italiano e una bandiera italiana”, ha detto la velista Francesca Clapcich, che percorrerà tutte le 32.000 miglia intorno al globo sull’Imoca 60 ’11 Hours Team Racing’, imbarcazione statunitense. La partenza sarà subito all’insegna delle condizioni più intense. È previsto nei primi giorni un vento fino ai 40 nodi che accompagnerà le imbarcazioni fino a Gibilterra. “Saranno 48 ore intense, però è un’esperienza incredibile”, ha affermato la velista. Per lei si tratta del secondo giro del mondo. I cinque team Imoca toccheranno nove città nel mondo nell’arco di sei mesi (Alicante, Spagna – Cabo Verde – Città del Capo, Sudafrica – Itajaí, Brasile – Newport, Usa – Aarhus, Danimarca – Kiel Fly-By, Germania – L’Aia, Paesi Bassi – Genova, Italia). La regata sarà caratterizzata dalla tappa più lunga nei 50 anni di storia dell’evento: una maratona di 12.750 miglia marine per un mese da Città del Capo, Sudafrica, a Itajaí, Brasile. La flotta con equipaggi misti, velisti e veliste, passerà per la prima volta tutti e tre i grandi capi meridionali – Capo di Buona Speranza, Capo Leeuwin e Capo Horn – senza scalo, per arrivare poi nel capoluogo ligure.

La finale a Genova “è un sogno che avevo da 30 anni e che adesso è diventato realtà”, ha affermato il ceo di Ocean Race Richard Brisius, che ha sottolineato l’impegno per la sostenibilità portato avanti dalla regata. Ogni imbarcazione che partecipa all’impegnativo giro del mondo, della durata di sei mesi, ha infatti a bordo apparecchiature specifiche per misurare una serie di variabili lungo i 60.000 km del percorso, che saranno analizzate da scienziati di otto importanti organizzazioni di ricerca per approfondire le conoscenze sullo stato degli oceani. Navigando attraverso alcune delle zone più remote del pianeta, raramente raggiunte da navi di ricerca scientifica, i team avranno l’opportunità unica di raccogliere dati vitali nelle zone in cui mancano informazioni su due delle maggiori minacce alla salute dei mari: l’impatto del cambiamento climatico e l’inquinamento da plastica. All’arrivo delle imbarcazioni a Genova sarà lanciato poi il Decalogo dei diritti degli oceani

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