Per il viceministro la norma può essere "resa più tipica e puntuale" durante il dibattito in Aula

Il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto parla della norma anti-rave dopo le critiche e le polemiche nate intorno alla misura: “E’ evidente che le manifestazioni a scuola, le proteste di piazza devono essere escluse da questa norma. Io non dubbi che manifestare civilmente il proprio pensiero e la propria critica non possa essere scambiato per un rave, non c’è nessuna intenzione, da parte di Forza Italia meno che mai, che la libertà di pensiero possa essere conculcata laddove manifestata senza l’uso di violenza. Questo è un equivoco che va chiarito immediatamente”, ha detto il viceministro alla Giustizia, a 24 Mattino su Radio 24.

“Se necessario, la norma contro i rave party sarà resa più tipica, tassativa e puntuale nel corso del dibattito parlamentare per evitare disinterpretazioni che ne possano tradire il senso – ha poi precisato -. La norma è in un decreto legge ed è evidente che poi passa al vaglio del Parlamento. Una norma per sua stessa natura soggetta poi alla modifica, con l’intervento del dibattito parlamentare. Questo ovviamente avviene proprio sulla scorta di quelle che sono le reazioni, i commenti, le valutazioni, le critiche, anche al modo di scrivere una norma che indubbiamente, proprio perché contenuta in un decreto legge, è partita dall’urgenza del rave di Modena. Sostanzialmente vi è una pulsione di urgenza, che ha legittimato il ricorso allo strumento del decreto legge, ma proprio l’urgenza delle volte ha necessità di essere meditata, digerita dal Parlamento anche con modifiche”, ha aggiunto ancora Sisto.

 

“La norma non è scritta male – sottolinea – sto dicendo che come tutte le norme di un decreto legge è soggetta alla revisione e alla riflessione anche dello stesso Governo, perché non c’è dubbio che sottoporre una proposta, una norma scritta di urgenza, all’esame di interpreti, esperti giuristi, ma soprattutto al Parlamento, comporta la disponibilità a recepire quelle critiche che fossero giuste. Noi abbiamo solo interesse a scrivere buone norme”.

In un’intervista al Corriere della Sera, il ministro dell’Interno Piantedosi avevo cercato di spegnere le polemiche chiarendo che il decreto anti-rave non sarà usato per altre situazioni.

Sgarbi: “Giusto punire, pena forse troppo alta”

Sulla questione è intervenuto anche Vittorio Sgarbi, fresco di nomina come sottosegretario della Cultura. “Giusto punire chi mette a rischio la salute delle persone. Chiaramente si può misurare la pena ed è forse indicata in modo troppo alto”, ha detto Sgarbi. 

 

 

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