Il governatore della regione russa: "Abbattuti sei droni e cinque missili"
Le truppe ucraine hanno sfondato almeno 2 linee di difesa al confine russo e un punto fortificato, avanzando di circa 10 chilometri nella regione russa di Kursk. Lo afferma un report degli analisti dell’American Institute for the Study of War (Isw). “Questa svolta è stata una pietra miliare significativa nel conflitto“, ha detto l’Isw, “e sottolinea la capacità dell’esercito ucraino di ottenere successi anche in territorio nemico“. Lo riporta Unian.
Governatore Kursk: “Abbattuti 6 droni e 5 missili”
Tra stanotte e stamattina, le forze aeree russe hanno abbattuto sei droni e cinque missili lanciati contro la regione di Kursk, in Russia. Lo ha riferito il governatore ad interim, Alexey Smirnov, sul suo canale Telegram, come riporta l’agenzia di stampa russa Tass.
Mosca: “Stiamo impedendo avanzata Kiev a Kursk”
“Durante il giorno, le azioni attive delle unità al confine di stato insieme alle guardie di frontiera, alle unità di rinforzo e alle riserve in avvicinamento hanno impedito l’avanzata del nemico“, ha poi commentato il ministero della Difesa russo sulla situazione sul campo. Gli scontri più attivi sono nei distretti di Sudzhensky e Korenevskij.
Medvedev: “Dopo Kursk punteremo a Kiev e oltre”
“È necessario trarre una seria lezione da ciò che è accaduto e adempiere a ciò che il Capo di Stato Maggiore Gerasimov ha promesso al Comandante Supremo in Capo: sconfiggere e distruggere senza pietà il nemico”. Così il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitrij Medvedev, in una dichiarazione resa sul proprio canale Telegram dopo l’incursione delle forze ucraine nella regione di Kursk.
Ora, l’operazione militare speciale deve “acquisire un carattere apertamente extraterritoriale”, ha avvertito Medvedev: “Non si tratta più solo di un’operazione per riprendere i nostri territori ufficiali e punire i nazisti. È possibile e necessario – ha scritto – andare nei territori dell’Ucraina ancora esistenti: A Odessa, a Kharkov, a Dnepropetrovsk, a Nikolaev. A Kiev e oltre. Ci fermeremo – ha concluso poi – solo quando lo riterremo accettabile e vantaggioso per noi”.
Kiev: “Azioni militari a Kursk conseguenza aggressione Russia”
Ma secondo Kiev le azioni militari a Kursk costituiscono esercizio di autodifesa dopo l’invasione del territorio ucraino da parte della Russia. “La causa principale di qualsiasi escalation, bombardamento, azione militare, evacuazione forzata e distruzione di forme di vita normali, anche all’interno dei territori della Russia come le regioni di Kursk e Belgorod, è esclusivamente l’inequivocabile aggressione della Russia!” ha scritto in un post su X il consigliere presidenziale ucraino Mikhailo Podolyak. “Questo include i tentativi di impossessarsi di territori stranieri e il disprezzo per le norme di diritto internazionale che sostengono chiaramente la sovranità e l’integrità territoriale”, aggiunge, “ma la guerra è guerra, con le sue regole, in cui l’aggressore raccoglie inevitabilmente i risultati corrispondenti…”.
Ue: “Kiev ha diritto di attaccare anche su territorio russo”
“Pensiamo che l’Ucraina stia combattendo una legittima difesa contro un’aggressione illegale e nel quadro di questi legittimi diritti di difesa. L’Ucraina ha il diritto di attaccare il nemico ovunque lo ritenga necessario, sul suo territorio, ma anche sul territorio del nemico“, ha commentato il portavoce della Commissione europea, Peter Stano.
Avvistati primi F-16 sui cieli del Kherson
Intanto, i primi F-16 forniti dai Paesi occidentali all’Ucraina sarebbero stati avvistati nei cieli sopra il distretto di Kakhovka della regione di Kherson, occupata dai russi. Lo ha riferito su Telegram il capo russo del distretto Pavel Filipchuk. Lo riporta la Tass. “Cari residenti di Kakhovka, connazionali. Da ieri, gli F-16 sorvolano il nostro distretto. Questo viene fatto solo per seminare il panico, per sopprimere la nostra fiducia nella vittoria. È importante non soccombere a questi sentimenti”, ha scritto, assicurando che gli F-16 “verranno tutti abbattuti e distrutti”.
Zelensky conferma uso F-16: “Ne avremo di più”
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha confermato l’uso dei primi F-16 occidentali nel conflitto. “L’Ucraina ha chiesto ai suoi partner di chiudere i cieli o di fornire aerei sin dal primo giorno dell’invasione russa su vasta scala. Sapevamo che era fattibile, che il mondo aveva il potere di farlo accadere. Abbiamo unito sforzi politici, diplomatici e militari per questo scopo. Gradualmente, passo dopo passo, siamo riusciti a raggiungere il risultato. Gli F-16 sono già nei cieli ucraini e ce ne saranno altri“, ha detto in un video pubblicato su X.
Zelensky: “Mosca ci ha portato la guerra, ora deve sentirla”
“Gli ucraini sanno come raggiungere i loro obiettivi. E raggiungere gli obiettivi in guerra non è stata una nostra scelta. La Russia ha portato la guerra nella nostra terra e dovrebbe sentire cosa ha fatto. Ci sforziamo di raggiungere i nostri obiettivi il prima possibile in tempo di pace, in giuste condizioni di pace. E accadrà”, ha detto poi Zelensky in un discorso alla nazione. “Oggi, c’è stato anche un rapporto del ministro della Difesa Umerov sulla fornitura di armi ed equipaggiamento al nostro esercito. Stiamo lavorando per garantire che le forniture vengano costantemente consegnate in tempo”, ha aggiunto.
Wp: Kiev controlla stazione misurazione gas a Sudzha
In serata è arrivata poi la notizia, riportata dal Washington Post, secondo cui le forze ucraine controllerebbero la stazione per la misurazione del gas di Sudzha, situata circa otto chilometri all’interno del territorio russo. Il quotidiano americano ha citato un consigliere di Zelensky, che ha parlato in condizione di anonimato. Si tratta dell’ultimo punto di trasferimento ancora operativo per il gasdotto che fornisce gas naturale russo all’Europa attraverso l’Ucraina.
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