L'allarme del quotidiano tedesco sulla compagnia aerea italiana: "Dopo la fallita privatizzazione deve ora essere vestita da sposa"

Ita Airways ha bisogno di un partner in tempi brevi. Dopo la fallita privatizzazione e burrascoso cambio ai vertici, deve ora essere vestita da sposa: la minaccia che incombe è una fine spaventosa se il suo salvataggio non riesce al più presto. È la ricostruzione di un quotidiano tedesco, Frankfurter Allgemeine Zeitung, sull’intricata privatizzazione del vettore nazionale.

Il quotidiano tedesco: “Perdite per oltre un milione al giorno”

“La compagnia aerea di proprietà dello Stato ha urgentemente bisogno di un partner, perché, secondo quanto viene riferito, subisce perdite di oltre un milione di euro al giorno. Tuttavia, è prevista una notevole espansione: L’anno prossimo saranno aggiunti 39 aeromobili alla flotta, con un aumento del 73% della capacità. Al momento nessuno in Italia sa come questi aerei saranno riempiti di passeggeri”, scrive il quotidiano tedesco.

Il presidente del cda, Antonino Turicchi, nominato recentemente, “dovrebbe fornire delle risposte. È un funzionario del Ministero dell’Economia e delle Finanze e ha diretto la holding statale Cdp tra il 2003 e il 2009. Le malelingue in Italia sostengono che, come funzionario pubblico, non poteva rifiutare l’offerta di lavoro del ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti” che aveva “ottenuto diversi rifiuti da altre persone. Inoltre, il contratto di Turicchi è valido solo fino a marzo. Ma questi mesi sono decisivi perché Ita deve essere ‘rivestita da sposa’“.

No comment da Lufthansa

“Per salvare la faccia, potrebbe essere coinvolto un partner italiano di minoranza. La stampa italiana ha ipotizzato il nome di Ferrovie dello Stato. Una soluzione che secondo il foglio di Francoforte potrebbe tranquillizzare la destra di Giorgia Meloni. “Ciò che è chiaro, tuttavia, è che Lufthansa chiede la maggioranza del capitale e vuole limitare l’influenza dello Stato. L’offerta per acquisire ITA non è incontrastata nel Cda di Lufthansa, secondo quanto si apprende da ambienti industriali”, riporta il quotidiano, insieme al laconico ‘no comment’ della compagnia aerea tedesca. 

L’articolo ricostruisce poi il terremoto nel Cda che ha visto la dipartita di Altavilla: “L’attuale CEO, Fabio Lazzerini, era ai ferri corti con il Presidente del Consiglio di Amministrazione, Alfredo Altavilla, in una lotta di potere senza esclusione di colpi. Altavilla riteneva migliore l’offerta di Lufthansa fin dall’inizio, così come i sindacati; Lazzerini, invece, era convinto sulla scelta del fondo statunitense Certares – così come l’influente Direttore Generale del Ministero dell’Economia e delle Finanze, Alessandro Rivera. Spalleggiato dal ministero, Lazzerini è riuscito ad avere la meglio. Altavilla ha lasciato la compagnia e ora le ha fatto causa per quanto accaduto ingiustamente. Ma la vittoria di Lazzerini – secondo la testata – potrebbe essere solo temporanea: la cosa curiosa è che il 20 ottobre gli sono stati conferiti gli importanti poteri strategici del Presidente proprio dal consiglio di amministrazione controllato dallo Stato. Così Altavilla è stato privato del suo potere. Tre settimane dopo, però, il Ministero dell’Economia ha tolto questi poteri a Lazzerini per trasferirli al nuovo Presidente Turicchi. A Lazzerini è stata esplicitamente affidata solo la responsabilità del personale. In questo clima incandescente, Turicchi dovrebbe ora mettere pace all’interno della compagnia aerea come capo supervisore ad interim con poteri esecutivi”. Secondo fonti interne citate da giornale “Negli ultimi mesi, l’amministratore delegato Lazzerini avrebbe esercitato pressioni su tutti i manager considerati sostenitori di Lufthansa. Altavilla era anche stato accusato di lavorare segretamente contro Certares. Tuttavia ha semplicemente negato alle compagnie aeree Air France e Delta Airways la possibilità di conoscere la redditività delle rotte di Ita, essendo queste coinvolte solo come partner commerciali e non come investitori. Non è casuale quindi – conclude – che nessuna delle parti coinvolte voglia dare spiegazioni ufficiali in merito”.

ITA Airways, tuttavia, “non può sopravvivere senza il sussidio statale. La Commissione europea ha autorizzato aumenti di capitale pari a 1,35 miliardi di euro a condizione che si arrivi alla privatizzazione della società. L’ultima iniezione di capitale di 250 milioni di euro è prevista per marzo”, ricorda il Frankfurter Allgemeine Zeitung, sottolineando che ora “Lufthansa potrebbe ottenere il 51% di Ita per soli 250 milioni di euro” mentre a inizio anno valeva ancora 1,3-1,4 miliardi di euro. “D’altra parte, però, Ita ha bisogno di una prospettiva futura in tempi brevi. Non sarà un compito facile per il futuro proprietario, perché, secondo gli addetti ai lavori, i dirigenti di Ita sono ancora modellati sulla cultura della vecchia Alitalia, altamente fondata sulle sovvenzioni e priva di approccio alla profittabilità”.

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