Il fuoriclasse olandese mette in bacheca il terzo titolo consecutivo e straccia record su record
Il ‘Padrone’ parte III. Come un sequel cinematografico campione d’incassi, il fuoriclasse olandese della F1 sbanca la concorrenza e mette in bacheca il terzo titolo iridato rinforzando con i tasselli buoni un palmares che straccia record su record con una velocità disarmante. ‘SuperMax’ stavolta ha superato se stesso conquistando il Mondiale con sei Gp d’anticipo (come Michael Schumacher nel 2002 iridato a luglio) e soprattutto dopo aver tagliato il traguardo in una sprint race – settima volta nella storia, a partire da Jack Brabham, nel 1959 – quasi a simboleggiare la sua attitudine a bruciare tutto e subito e non avere tempo di aspettare. Perché Verstappen è così, un ‘freddo’ e vincente atleta da gara, un caterpillar, al limite dell’arroganza sempre pronto a dimostrare che è lui l’uomo da battere, lui il talento a cui si deve confrontare la Next Generation che scalpita per detronizzarlo. Il problema è che SuperMax – capace di riscrivere la storia della F1 dal momento in cui ha fatto il suo ingresso nel paddock, quando era ancora diciassettenne – di anni ne ha appena 26 ed è già finito nel pianeta dei miti.
Una lunga lista di record
Alla sua lunga lista di record (è attualmente il più giovane a vincere una gara di F1, stabilire un giro veloce e realizzare un grande Slam) quest’anno ne ha aggiunto un altro che certifica il suo spessore. Dopo aver eguagliato il primato di nove vittorie sotto la pioggia battente del Gp d’Olanda, Verstappen si è preso la lode vincendo a Monza e toccando quota 10 successi consecutivi, filotto che si è spezzato nel Gp di Singapore vinto dal ferrarista Carlos Sainz, che ha interrotto la striscia di 14 successi consecutivi della Red Bull. E non è certo finita qui visto che in questo 2023 monocorde l’olandese, che si è già assicurato da consumato ‘cannibale’ 13 Gp su 16, può aggiornare i suoi record, anche quello dei punti e dei podi conquistati in una stagione (da battere rispettivamente i 454 del 2022 e i 18 del 2021). Se nel 2021 il primo titolo arrivò con un finale thriller con ‘safety car’ apparse all’ultimo giro dell’ultimo Gp, tra sorpassi finiti sotto la lente dei commissari, quello del 2022 fu assai più agevole (meno brividi ma tanta classe da mostrare alla platea mondiale) e questo del 2023 ancora più in discesa, forte di una Red Bull spettacolare che ha esaltato un talento superiore alla media, messo al servizio di una tecnica di guida da fuoriclasse. Non ci sono stati stavolta veri antagonisti di riferimento. Solo ad inizio stagione ha provato a fermare la sua ‘avidità’ il compagno di scuderia Sergio Perez che dopo una manciata di Gp ha finito per soccombere davanti alla grintosa virulenza dell’olandese, al punto da ricorrere a un mental coach per provare a non deprimersi troppo. Emblematico il Gp di Austria dello scorso luglio. Il pit-stop all’ultima tornata per ottenere il giro veloce è stato visto come uno schiaffo in faccia al compagno di squadra, che si è visto strappare così il punto addizionale. Una dimostrazione di superiorità del campione in carica, che ha di fatto ‘umiliato’ il compagno di squadra (ma anche le due Ferrari di Leclerc e Sainz che erano ormai lontanissime e il vantaggio dell’olandese era incolmabile). D’altra parte il traguardo minimo stagionale per l’olandese è restato sempre lo stesso: demolire il compagno di squadra in termini di prestazioni e risultati.
Un pilota programmato per vincere
SuperMax da sempre è stato considerato un pilota programmato per vincere. E un tipo che ha sempre avuto una gran fretta di emergere e stupire. Non a caso è diventato il più giovane nella storia della Formula 1 ad aggiudicarsi un Gran Premio. Lo fece in Spagna, al Montmelò, nel 2016 resistendo all’inseguimento di un certo Kimi Raikkonen. Allora aveva solo 18 anni, 7 mesi e 15 giorni (battuto il precedente record di Sebastian Vettel) e la strada di questo ragazzo di Hasselt appassionato di musica era di fatto tracciata. Il Mondiale è sempre stato il suo chiodo fisso, il suo primo punto di arrivo. Ora non intende staccarsi più. Verstappen è pilota unico e inimitabile e come l’anno scorso ha confermato una evidente crescita psicologica diventando più riflessivo, meno irruento e soprattutto più calcolatore. Doti di saggezza, proprie di un veterano, che gli hanno permesso di portare a casa ancora una volta il massimo risultato. In questa stagione al momento nessun ritiro, 13 vittorie (record personale), 15 podi su 16 gare, due vittorie e quattro podi in quattro sprint race, diventando subito l’uomo da battere. Con 92 podi in 179 gare disputate Max è tra i primi tre in una gara su due, una media monstre. Il circus avrà a che fare con ‘Il Padrone’ per altri anni ancora. E si aspettano nuovi sequel.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata