I maltrattamenti a danno di giovani atlete, definite "grasse come maiali" e costrette a saltare pranzi o la scuola

Ancora un caso di maltrattamenti nella ginnastica italiana. Ancora in Lombardia. Stefania Fogliata, 30 anni, allenatrice dell’Accademia di ginnastica ritmica ‘Nemesi’ di Calcinato, nel Bresciano, è stata raggiunta dal divieto di esercitare la professione per un anno ed è indagata dalla Procura di Brescia per maltrattamenti a danno di minori. Lo ha deciso la gip Francesca Grassani, con un’ordinanza di misure cautelari di 49 pagine eseguita dalla squadra mobile della città diretta dal comandante Carmelo Alba. Per la gip, che accoglie l’impianto degli inquirenti guidati dal Procuratore Francesco Prete, sono almeno 8 le atlete (da cui sono partite denunce e testimonianze su una delle allenatrici più note d’Italia) che sarebbero state costrette a “saltare pranzi o la scuola” e ad “allenamenti ed esercizi gravosi esasperandole per finalità agonistiche”. Fogliata “trovava ogni scusa – si legge – per punirle facendo eseguire esercizi eccessivi fino alla sfinimento anche all’aperto sotto il sole cocente”.

 

Ragazzine insultate, malmenate e punite

L’istruttrice originaria di Desenzano del Garda, che nelle carte viene più volte descritta dai testimoni come sull’orlo di una crisi di nervi, ha “esercitato la sua attività professionale incurante delle stress psicologico provocato in ragazzine infraquattordicenni” la quali nonostante “il disagio manifestato con il pianto” sono state costantemente “insultate, alcune malmenate, tutte punite”. Nel mirino della ‘maestra’ l’incapacità di “soddisfare la pretesa all’esecuzione perfetta dell’esercizio ginnico” o “le fattezze fisiche non corrispondenti al suo ideale del ‘fisico d’atleta’”.

L’ossessione per l’alimentazione: “Grasse come un maiale”

Una vera e propria ossessione invece quella per il cibo e l’alimentazione delle minori. A una di loro veniva detto di “non poterla vedere con le caviglie grosse, con il collo grosso, stava ingrassando troppo” come fosse “un maiale”. La 30enne istruttrice, difesa dagli avvocati Paolo Botticini e Alessandro Romano del foro di Brescia, avrebbe ostentato una “ossessiva ed esasperata pressione per dimagrire sempre di più”, con “pressioni anche da casa, con messaggi e domande su quanto e cosa avesse mangiato”. Emblematiche – scrive la gip – le chat allegate alla denuncia in cui “l’indagata invitava persino la minore a sfruttare la quarantena Covid per non mangiare o a riempirsi la serata di impegni per evitare di avere il tempo di pensare al cibo”.

Pesanti le conseguenze sulla salute mentale delle giovani atlete. “Voglio staccarmi da questo mondo, non voglio salire sulla bilancia ogni giorno, non voglio cambiare umore al mattino se allo specchio mi vedo un po’ gonfia, non voglio fare la scuola privata la sera, voglio avere una buona istruzione per fare l’università, voglio uscire con i miei amici il pomeriggio, andare a scuola il mattino, studiare il pomeriggio, non voglio far spendere altri soldi ai miei genitori, voglio una vita normale”, scriveva in una confidenza una delle giovani atlete di Fogliata, il 6-7 agosto 2022 a un’altra persona via telefono. Testimonianza che, come tante altre, è emersa dalle analisi informatico-forensi del consulente nominato dalla Procura su dispositivi consegnati da persone offese e testimoni.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata