Il 24 novembre 1991 moriva uno dei più grandi talenti della storia della musica mondiale

Uno dei più grandi talenti della musica mondiale, capace di esaltare folle oceaniche in tutti i continenti e vissuto per dare gioia ai fan. Era Freddie Mercury, morto 30 anni fa, il 24 novembre 1991, a causa di una broncopolmonite complicata dall’Aids, lasciando un vuoto incolmabile per il mondo della discografia e contribuendo ad alimentare il dibattito su questa terribile malattia. Una condizione che fino all’ultimo il cantante cercò di tenere nascosta, affidando alla fine la verità a un comunicato ufficiale dettato al manager dei Queen due giorni prima di morire.

Se ne andava così, a 45 anni, una leggenda. Freddie Mercury, il cui vero nome era Farrokh Bulsara, era nato a Zanzibar ma era di fatto britannico, pur se di origine parsi. È unanimemente considerato uno dei migliori frontman di sempre: con lui i Queen radunavano a ogni concerto decine di migliaia di fan in delirio, proprio per la sua grande capacità scenografica, oltre ovviamente alle indiscusse abilità musicali sue e della band. Mercury andava oltre la musica, i suoi erano sempre show eccezionali, ad accompagnare alcuni dei più grandi successi della storia del rock, e il mix era esplosivo. Tanti i riconoscimenti nel corso della sua carriera: tra gli altri, come membro dei Queen venne inserito nella Rock and Roll Hall of Fame nel 2001, e come singolo artista entrò a far parte della Songwriters Hall of Fame nel 2003.

La Storia inizia nel 1970, quando Freddie Mercury fonda i Queen con Brian May (alla chitarra) e Roger Taylor (batteria), l’anno dopo si aggiunge John Deacon al basso. Decine le canzoni rimaste nel cuore del pubblico di tutto il mondo, tra queste Bohemian Rhapsody, Don’t Stop Me Now, It’s a Hard Life, Killer Queen, Love of My Life, Bicycle Race, Play the Game, Somebody to Love e We Are the Champions. Celeberrime anche le tracce scritte per il film ‘Highlander – L’ultimo immortale’, tra cui ‘Who Wants to Live Forever’. Breve parentesi da solista, con due album, nel 1985 (‘Mr. Bad Guy’) e nel 1988 (‘Barcelona’, con una collaborazione con il celebre soprano Montserrat Caballè).

Prima della nascita dei Queen, Mercury, giunto nel Regno Unito a 18 anni come Bulsara dopo gli anni degli studi trascorsi in India, gira vari gruppi e si fa sempre notare per il suo modo di porsi eccentrico e da vero e proprio showman. Ma è con Brian May e Roger Taylor che trova la sua dimensione definitiva dando vita a due decenni di musica che cambieranno la storia del rock mondiale. Dopo i primi successi, nel 1975 viene pubblicato ‘A Night at the Opera’, l’album che consacra definitivamente la band e che contiene il singolo Bohemian Rhapsody, caratterizzato da sovraincisioni e porzioni di musica rock alternata all’opera, simbolo della creatività del gruppo e soprattutto di Mercury, che ne era l’autore. Il resto è leggenda, interrotta troppo presto da una malattia subdola, che in quegli anni era poco conosciuta e di cui il cantante è stato una delle vittime più illustri.

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