Il senatore di FdI ottiene 7 voti a favore. Il Carroccio diserta

Adolfo Urso è il nuovo presidente del Copasir. Il senatore di FdI, unico componente di opposizione del Comitato per la sicurezza della Repubblica, ottiene 7 voti a favore (uno in più della soglia minima necessaria) e succede al dimissionario Raffaele Volpi. Lo scrutinio registra poi una scheda Bianca, con ogni probabilità quella del diretto interessato, mentre la Lega, come annunciato, diserta i lavori. A sostenere Urso, come annunciato, quindi, i due commissari di FI, Elio Vito e Claudio Fazzone, i tre pentastellati Federica Dieni, Maurizio Cattoi e Francesco Castiello, il deputato Pd Enrico Borghi e il renziano Ernesto Magorno.

Si chiude così dopo mesi la querelle tra FdI e Lega relativa alla presidenza del Comitato, che per regolamento spetta all’opposizione. Dopo la scelta del Carroccio di sostenere il Governo Draghi, Giorgia Meloni ne ha subito rivendicato la guida, sin qui in mano al leghista Raffaele Volpi. Il braccio di ferro, andato avanti a colpi di dimissioni, lettere ai presidenti delle Camere e richiami al regolamento, si conclude in realtà senza un accordo tra i due leader del centrodestra. “Noi riteniamo che la formazione dell’attuale Copasir non risponde ai criteri previsti dalla legge. Quando la Lega annuncia le dimissioni per motivi di principio non è che cambia idea un quarto d’ora dopo. L’organismo può andare avanti anche senza il nostro contributo”, si limita a dire Matteo Salvini. Giorgia Meloni porta a casa la partita ma non affonda il colpo sull’alleato-rivale: “Siamo compatti su tutto – dice dopo il vertice di centrodestra che ha dato l’ok al ticket Michetti-Matone – e va bene la Lega non ha votato Urso ma speriamo che torneranno presto a collaborare in un comitato che si occupa di questioni molto delicate”.

Adesso Urso, che si è dimesso da tutti gli incarichi operativi di partito, dovrà riprendere in mano i dossier sul tavolo del Copasir. La prossima settimana si riunirà l’ufficio di presidenza per stilare il calendario. In stand-by l’affaire Renzi-Mancini e l’indagine sulla morte dell’ambasciatore italiano in Congo Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata