Milano, 4 mar. (LaPresse) – Il leader di forza Italia Silvio Berlusconi non potrà andare a Dublino il 6 e 7 marzo prossimi per prendere parte al congresso del Partito Popolare Europeo che dovrà decidere il presidente e esprimere il candidato alla guida della Commissione europea. Lo ha deciso il Tribunale di Milano in veste di giudice dell’esecuzione, dopo che la Procura aveva dato parere negativo, anche se non vincolante al rilascio del permesso di espatrio anche a titolo provvisorio. La decisione del Tribunale di Milano è motivata dal fatto che all’ex premier, condannato in via definitiva a 4 anni per frode fiscale per il caso Mediaset (di cui 3 coperti da indulto), è stato ritirato il passaporto all’inizio di agosto, subito dopo la sentenza della Cassazione che ha reso definitiva la condanna dei giudici di Milano.
Berlusconi non ha quindi la possibilità di viaggiare fuori dall’Italia. “La legge italiana prevede che chi ha subito una condanna definitiva non possa disporre di documenti validi per l’espatrio, ed è stata applicata correttamente”, ha spiegato a LaPresse una fonte giudiziaria. Da quanto si è saputo, inoltre, Berlusconi avrebbe già avanzato alcuni mesi fa la richiesta di recarsi a Dublino ad un a riunione del Ppe, di cui è il vicepresidente. Anche in quel caso l’istanza è stata respinta.
Non si sono fatte attendere le reazioni, Daniela Santanchè in primis. La ‘pitonessa’ grida “vergogna” e attacca “certi magistrati” che “continuano a fare politica, calpestando l’ordinamento”. Quindi invoca la ribellione “anche” in difesa dei principi costituenti e non solo del Cavaliere. “Dobbiamo reagire – dice ai suoi – anche per salvaguardare la tripartizione dei poteri, prevista dalla nostra Costituzione”. L’europarlamentare di Forza Italia Lara Comi si spinge a denunciare un “atto sabotatorio” nei confronti di Fi.
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