I due Paesi tornano a sedersi allo stesso tavolo a oltre tre anni di distanza dall'inizio del conflitto. La distanza tra le parti resta ancora molto ampia

Dopo le minacce e gli insulti delle ultime ore Ucraina e Russia tornano a sedersi allo stesso tavolo a oltre tre anni di distanza dall’inizio del conflitto. Lo scenario è sempre quello di Istanbul e la distanza fra le parti, oggi come allora, resta molto ampia. L’unico piccolo passo in avanti riguarda l’accordo sul maxi scambio di prigionieri in formato “mille per mille” che verrà perfezionato nei prossimi giorni. Sul resto è notte fonda.

Ucraina: “Richieste inaccettabili”

La delegazione ucraina infatti ha fatto sapere che Mosca ha presentato “richieste inaccettabili” fra cui quella che le truppe ucraine si ritirino da ampie zone del territorio che controllano affinché possa essere attuato un cessate il fuoco completo. “Sembrava che la delegazione russa volesse deliberatamente mettere sul tavolo proposte irrealizzabili per abbandonare l’incontro di oggi senza alcun risultato”, ha affermato un funzionario ucraino all’Associated Press. Kiev – ha rivelato il ministro della Difesa e capo delegazione ai colloqui Rustem Umerov – ha poi spinto sulla necessità di un incontro diretto fra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky come prossimo passo.

La Russia, per voce del suo capo delegazione Vladimir Medinsky, si è limitata a dire di aver “preso atto” della richiesta. In generale la posizione dei delegati del Cremlino è stata più sfuggente rispetto a quella della controparte. Medinsky infatti si è detto “soddisfatto” dell’esito dei colloqui e pronto a “riprendere i negoziati”. La parte russa inoltre ha dichiarato che Mosca e Kiev avrebbero concordato di presentare entrambe “la propria visione di un possibile futuro cessate il fuoco”.

Zelensky: “La Russia non ha cambiato il suo approccio”

Una narrazione che Volodymyr Zelensky ha respinto con forza. “La Russia non ha cambiato il suo approccio di base. Rilascia molte dichiarazioni, molte minacce. Stanno facendo tutto il possibile per trasformare questi incontri di Istanbul in un processo teatrale e vuoto, proprio come nel 2022. Il mondo deve rispondere”, ha affermato.

Trump vuole un faccia a faccia con Putin

Uno stallo nel quale ha provato a inserirsi nel ruolo di ‘Kingmaker’ Donald Trump. Il presidente americano ha ribadito la centralità della sua figura nella negoziazione affermando di voler vedere faccia a faccia Vladimir Putin “non appena sarà possibile organizzare un incontro”. Nel frattempo i presidenti di Mosca e Washington potrebbero sentirsi nuovamente al telefono. “Penso che risolveremo il problema, o forse no, ma almeno lo sapremo. E se non lo risolveremo, sarà molto interessante”, ha sottolineato Trump.

La linea adottata dall’Ue

L’Europa dal canto suo resta dritta sulla linea fin qui adottata. Condanna della Russia da una parte e sanzioni dall’altra. Parlando da Tirana, dove è intervenuta al vertice della Comunità politica europea, la presidente della Commissione, Ursula Von der Leyen, ne ha annunciato l’arrivo di un nuovo pacchetto. “Gli elementi principali – ha spiegato – saranno sanzioni sul Nord Stream 1 e sul Nord Stream 2; l’inserimento di ulteriori navi nella lista delle imbarcazioni fantasma; un tetto massimo più basso per il prezzo del petrolio e ulteriori sanzioni al settore finanziario russo, in particolare alle banche russe e alle banche di Paesi terzi che sostengono la macchina da guerra russa”.

La coalizione dei volenterosi

Il vertice nella capitale albanese è stato anche l’occasione per una nuova riunione della cosiddetta ‘coalizione dei volenterosi’, al quale hanno preso parte il presidente francese Emmanuel Macron, i premier britannico e polacco, Keir Starmer e Donald Tusk e il cancelliere tedesco, Friedrich Merz. Con loro anche Volodymyr Zelensky. Al termine della riunione i cinque leader hanno avuto una conversazione telefonica con Donald Trump. “Se i russi rifiutano un cessate il fuoco completo e incondizionato e la fine delle uccisioni, devono seguire sanzioni severe”, ha affermato Zelensky ringraziando “tutti coloro nel mondo” che stanno aiutando l’Ucraina. 

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