La Corte penale internazionale ritiene il presidente russo "responsabile di deportazione illegale di bambini". La settimana prossima a Mosca arriva il leader cinese, Xi Jinping

La Corte penale internazionale (Cpi) ha emesso un mandato d’arresto contro il presidente russo Vladimir Putin, accusato di crimini di guerra per il presunto coinvolgimento nella deportazione di bambini dall’Ucraina. Una decisione che Kiev ha definito “storica” e che è stata invece bollata da Mosca come “oltraggiosa” e “priva di valore legale“. La Russia non riconosce infatti la giurisdizione del tribunale. Il presidente della Corte, Piotr Hofmanski, ha affermato che la Cpi “sta facendo la sua parte”, ma che “l’esecuzione dei mandati dipende dalla cooperazione internazionale”, in quanto il tribunale non dispone di una propria forza di polizia. La Corte ha affermato in un comunicato che il presidente russo “è presumibilmente responsabile del crimine di guerra di deportazione illegale di popolazione (bambini) e di trasferimento illegale di popolazione (bambini) dalle aree occupate dell’Ucraina alla Federazione Russa”. Un altro mandato di arresto con accuse simili è stato emesso anche per Maria Alekseyevna Lvova-Belova, Commissaria per i diritti dei bambini presso l’Ufficio del Presidente della Federazione Russa. “La giustizia sta facendo il suo corso”, ha detto il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba, mentre il vice presidente del Consiglio di sicurezza della Russia Dmitry Medvedev, ha paragonato il documento alla carta igienica. L’emissione di un mandato d’arresto per Putin è “oltraggiosa” e “nulla dal punto di vista legale”, ha tagliato corto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Anche l’Ucraina non è un membro del tribunale internazionale, ma gli ha concesso la giurisdizione sul suo territorio.

La visita di Xi Jinping in Russia

La decisione della Corte è arrivata mentre Putin si sta preparando a ricevere il presidente cinese Xi Jinping. Si tratta del loro primo incontro da settembre, quando si videro a margine di un vertice regionale in Uzbekistan. Xi sarà in visita in Russia dal 20 al 22 marzo su invito di Putin. Lunedì i due leader si incontreranno a tu per tu in una cena informale, mentre il giorno successivo inizieranno i colloqui ufficiali con le delegazioni di entrambi i Paesi, prima in un formato ristretto e poi allargato. Naturalmente al centro dei colloqui ci sarà la guerra in Ucraina, riguardo alla quale Pechino ha presentato nei giorni scorsi un piano di pace. Da parte loro gli Stati Uniti hanno avvertito che si opporranno a qualsiasi tentativo della Cina di proporre un cessate il fuoco in Ucraina come “ratifica della conquista russa”. Il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, ha incoraggiato Xi a contattare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky per conoscere il punto di vista del suo Paese sulla guerra ed evitare proposte “unilaterali”. Il Cremlino ha riferito che Putin e Xi firmeranno due dichiarazioni congiunte: una sull’approfondimento delle relazioni di partenariato globale e cooperazione strategica, che “entrano in una nuova era”, e una sul piano per lo sviluppo di aree chiave della cooperazione economica fino al 2030.

Biden: “Mandato d’arresto per Putin è giustificato”

Il mandato di arresto della Corte penale internazionale nei confronti del presidente russo Vladimir Putin “è giustificato”. Lo ha detto il presidente americano Joe Biden ai cronisti mentre lasciava la Casa Bianca per recarsi nella sua abitazione nel Delaware. Putin “ha chiaramente commesso crimini di guerra”, ha aggiunto. Sebbene nemmeno gli Stati Uniti riconoscano la Cpi, Biden ha affermato che “è un segnale molto forte”.

La situazione al fronte

Intanto in Ucraina continua la battaglia per il controllo della strategica Bakhmut. Secondo quanto riferito da Jan Gagin, consigliere del capo ad interim dell’autoproclamata repubblica di Donetsk, le unità russe hanno preso il controllo di circa il 70% del territorio della città. Kiev nelle ultime ore, dopo aver ottenuto l’invio di Mig-29 da parte della Polonia, ha incassato l’invio di jet anche da parte della Slovacchia. Secondo alcuni funzionari governativi Bratislava invierà a Kiev 13 caccia MiG-29 di epoca sovietica. Per il Cremlino questo è un chiara dimostrazione del crescente coinvolgimento diretto della Nato nella guerra. L’Alleanza atlantica si sta preparando ad espandersi nei Paesi scandinavi. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha infatti dato oggi l’ok all’ingresso della Finlandia dopo aver posto ostacoli per la sua adesione e per quella della Svezia. Secondo Ankara i due Paesi sarebbero troppo morbidi contro quelli che considera dei terroristi. Ma Helsinki avrebbe fatto dei passi avanti e quindi, ha spiegato Erdogan, la Turchia ha “deciso di avviare il processo di ratifica del protocollo di adesione in Parlamento”. Ci si aspetta che ciò avvenga prima del 14 maggio, quando nel Paese si terrano le elezioni presidenziali e parlamentari. Riguardo alla Svezia, il leader turco ha precisato che la sua adesione alla Nato dipenderà dalle “azioni che compierà”. 

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