L'intervista rilasciata a LaPresse da Yaroslav Melnyk: "Dialogo intenso e produttivo. Berlusconi? Non è posizione del governo"

L’ambasciatore ucraino a Roma, Yaroslav Melnyk, ringrazia l’Italia per il “sostegno incrollabile” a Kiev e loda il “dialogo intenso e produttivo” tra i due Paesi. Il diplomatico ucraino ha parlato a LaPresse in occasione del primo anniversario dell’invasione russa. 

“Siamo sinceramente grati all’Italia per la sua posizione incrollabile nel sostenere la nostra sovranità e integrità territoriale. Questo vettore di sostegno è tracciato linearmente in collaborazione con tutti i partiti della Repubblica italiana. Abbiamo collaborato con successo sia con il governo di Mario Draghi, che con il governo di Giorgia Meloni. E questa linea di sostegno all’Ucraina è stata chiaramente confermata durante la visita del primo ministro Giorgia Meloni a Kyiv il 21 febbraio”, ha detto ancora l’ambasciatore. “Il mondo democratico è in posizioni filo-ucraine e l’Italia è sempre stata in prima linea nel sostenere il nostro Paese. Sono fiducioso che il tono dinamico del dialogo tra Ucraina e Italia diventerà più intenso e produttivo”, aggiunge. 

L’ambasciatore parla anche dell’affaire Berlusconi: “Siamo profondamente delusi dalle recenti dichiarazioni di Silvio Berlusconi sul presidente ucraino Volodymyr Zelensky, sull’integrità territoriale dell’Ucraina e sul sostegno dei Paesi occidentali alla lotta degli ucraini contro l’aggressione. Ma comprendiamo chiaramente che queste dichiarazioni riflettono solo l’opinione di Berlusconi e che non dimostrano in alcun modo la posizione del Governo italiano nel suo sostegno all’Ucraina“.

“Siamo consapevoli che possiamo vincere questa guerra solo sul campo di battaglia. Dobbiamo liberare la nostra terra dagli invasori russi e solo dopo potremo parlare della fine della guerra. E per questo abbiamo bisogno di armi dai nostri partner internazionali. Prima avremo tutte le armi e le attrezzature necessarie per combattere l’occupante, prima la pace e la stabilità torneranno nel continente europeo”, spiega a LaPresse Yaroslav Melnyk. “Per noi il tempo è misurato dal numero di missili nel cielo ucraino e dal numero di vite perse. Ecco perché ciascuno dei ritardi nella fornitura di armi all’Ucraina significa nuove tragedie per noi”, aggiunge.

“Come si fa a parlare seriamente dei colloqui di pace con un paese che ha già violato il Memorandum di Budapest e gli Accordi di Minsk? Solo quando l’ultimo soldato russo lascerà la nostra terra, quando i combattimenti saranno completamente cessati, l’integrità territoriale tornerà ai confini del 2014, e tutti i russi colpevoli di crimini di guerra in Ucraina saranno puniti, allora la diplomazia suonerà il primo violino”, dice poi l’ambasciatore. “Abbiamo tutti avuto l’opportunità di assicurarci che non ci si possa fidare dell’élite politica russa. La Russia non capisce il linguaggio della diplomazia, solo il linguaggio del potere. Qualsiasi concessione alla Russia significherebbe congelare la guerra in una certa fase per accumulare forza e infliggere un colpo ancora più forte dalla Russia. Non possiamo permettere che ciò accada”, aggiunge. Secondo Melnyk “L’Europa deve essere unita e forte per affrontare qualsiasi sfida e minaccia. Ad oggi, questa sfida è la guerra scatenata dalla Russia nel cuore dell’Europa, per attuare i suoi diabolici piani per far rivivere l’Unione Sovietica e assorbire il maggior numero possibile di stati sovrani”.

Per questo motivo servono “più armi all’Ucraina per respingere gli occupanti russi, più pressione sulle sanzioni sulla Russia e sui suoi alleati, più consolidamento degli sforzi della comunità internazionale per riportare pace, sicurezza e stabilità nel mondo”.”Già nel 2014 era chiaro che accanto a noi c’è un vicino pericoloso, con il suo piano insidioso per ridisegnare la mappa geopolitica nel prossimo futuro e andare fino alla fine, implementando i propri piani imperiali per conquistare nuovi territori. Ora il mondo intero vede che la Russia non è uno Stato maestoso, con un alto sviluppo di economia, cultura e pensiero politico, dominato dalla democrazia, dai diritti umani e dall’umanesimo”, dice ancora Yaroslav Melnyk.

“La comunità internazionale ha visto in prima persona che questa è un’autocrazia che non si fermerà davanti a nulla”, aggiunge. “Più di 145mila soldati russi morti sul suolo ucraino sono solo numeri insignificanti per il governo russo. Queste persone sono morte in terra straniera, come criminali, stupratori, saccheggiatori e barbari”, conclude.

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