Gli Usa ribadiscono l'apertura a "colloqui" sul ritorno all'accordo del 2015

Mentre incombe la minacciata limitazione all’accesso ai siti nucleari iraniani per l’Aiea, e gli Usa ribadiscono l’apertura a “colloqui” sul ritorno all’accordo del 2015, Teheran appare decisa a concretizzare il passo indietro sugli impegni legati all’intesa. Il ministro degli Esteri Mohammad Javad Zarif ha ribadito a Press Tv che la palla è in campo statunitense: Teheran potrà negoziare per rilanciare l’accordo con il 5+1 (Cina, Francia, Russia, Regno Unito, Usa, Germania), quando tutti i firmatari rispetteranno gli obblighi e Washington revocherà le sanzioni imposte dopo il suo ritiro unilaterale del 2018. Zarif ha anche criticato la nuova amministrazione guidata dal democratico Joe Biden, affermando che nei fatti poco sia cambiato da quella del predecessore. “Gli Usa sono abituati a sanzioni, bullismo e pressioni”, ha detto, “ma con l’Iran non funziona: la loro ‘massima pressione’ ha portato al ‘massimo fallimento'”.

Le dichiarazioni sono arrivate nello stesso giorno in cui Zarif ha incontrato a Teheran Rafael Grossi, direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea). Il viaggio, in cui Grossi ha incontrato anche altri leader fra cui il capo del programma nucleare Ali Akbar Salehi, mira a scongiurare l’annunciato passo indietro sull’accesso agli ispettori internazionali ai siti nucleari della Repubblica islamica. Il Parlamento di Teheran, che si è gradualmente disimpegnato dall’accordo Jcpoa dopo l’uscita degli States, ha approvato a dicembre una misura che dà tempo sino a martedì 23 febbraio per alleviare le sanzioni su petrolio e banche. Altrimenti, la Repubblica islamica sospenderà il controllo dell’Aiea con le telecamere di sorveglianza nei siti nucleari e limiterà l’accesso agli ispettori.

“L’Aiea certamente non otterrà le riprese di quelle telecamere”, ha tuonato Zarif, mostrando determinazione nel portare a termine il piano sul disimpegno. Nel frattempo, però, aperture emergono dalle parole dell’ambasciatore dell’Iran all’Aiea, Kazem Gharibabadi, che ha twittato: “L’Iran e l’Aiea hanno tenuto fruttuose discussioni basate su reciproco rispetto”. La scorsa settimana, da parte sua, l’agenzia con base a Vienna aveva parlato della visita di Grossi come un tentativo di trovare “una soluzione condivisa perché l’Aiea continui le verifiche essenziali sulle attività nel Paese”. In Iran ci sono 18 impianti nucleari e altri otto siti sotto controllo di sicurezza dell’agenzia premio Nobel per la pace.

In serata, gli Usa sono tornati a ribadire: Biden è “pronto a sedersi al tavolo dei negoziati per parlare con gli iraniani di come tornare a vincoli rigorosi sul loro programma nucleare”, “l’offerta resta valida, perché crediamo che la diplomazia sia la via migliore”. Sullo sfondo rimangono altri recenti segnali di aperture da parte di Washington, come l’allentamento delle restrizioni ai diplomatici di Teheran negli Usa e il passo indietro alle Nazioni unite sulle sanzioni. E c’è, anche, la proposta di mediazione dell’Unione europea per colloqui informali ospitati dal blocco comunitario tra i firmatari dell’intesa, già accettata da Washington.

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