Lanciati 20 razzi. Colpite decine di obiettivi militari

Tensioni fra Israele e Iran in teatro siriano, con lanci di razzi sul Golan e raid aerei. Nella notte fra mercoledì e giovedì Israele ha condotto decine di raid aerei contro obiettivi che ha definito iraniani in Siria; l'esercito dello Stato ebraico dice di averli realizzati in risposta al lancio di circa 20 razzi poco dopo mezzanotte contro gli israeliani nel Golan, lanci che attribuisce alla brigata iraniana al-Quds per le operazioni esterne ma che Teheran non ha rivendicato.

È la prima volta dall'inizio della guerra in Siria nel 2011 che Israele attribuisce all'Iran la responsabilità di un attacco del genere. E questa escalation militare ha messo in allarme la comunità internazionale, in un momento in cui la regione è più che mai sotto tensione a seguito dell'annuncio di Donald Trump del ritiro Usa dall'accordo sul nucleare iraniano.

Per il premier israeliano Benjamin Netanyahu, "l'Iran ha superato una linea rossa. La nostra reazione è stata una conseguenza". Un ruolo chiave lo gioca la Russia, che tramite il ministero degli Esteri ha invitato "tutte le parti alla moderazione" e fa sapere di avere "stabilito contatti con tutte le parti". La Casa Bianca, invece, senza sorprese ha condannato quelli che ha definito "attacchi provocatori con razzi da parte del regime iraniano" affermando che sostiene "con forza il diritto di Israele ad agire per difendersi". Dall'Europa inviti alla moderazione: il presidente francese, Emmanuel Macron, ha chiesto una de-escalation; la cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha sottolineato che l'ultima escalation in Medioriente è questione "di guerra o di pace"; e il ministro degli Esteri britannico, Boris Johnson, oltre a chiedere di evitare una ulteriore escalation ha condannato "nei termini più forti" il lancio di razzi su Israele e aggiungendo che "sosteniamo in modo forte il diritto di Israele a difendersi".

Lo Stato ebraico ha fatto sapere che, dei razzi lanciati dall'Iran, quattro sono stati intercettati mentre gli altri non hanno raggiunto il suo territorio. Quanto ai raid israeliani, secondo il ministero della Difesa russo, citato da Interfax, Israele avrebbe lanciato contro gli obiettivi iraniani in Siria circa 70 missili, una sessantina dei quali sono stati sganciati da F-15 e F-16. E la difesa anti-aerea siriana avrebbe distrutto oltre la metà di questi missili. L'Osservatorio siriano per i diritti umani riferisce che, nei raid di Israele, sono stati uccisi almeno 23 combattenti, di cui 18 stranieri. Per Damasco, i raid di Israele segnano una "nuova fase" della guerra in Siria.

Israele, che resta ufficialmente in stato di guerra con la Siria, sottolinea che si adopera per restare fuori dalla guerra che da sette anni imperversa nel Paese vicino. Ma osserva con grande inquietudine il sostegno che al regime di Bashar Assad viene dato da Iran e movimento libanese Hezbollah. Israele è allarmata dall'espansione iraniana e non smette di affermare che non permetterà alla Repubblica islamica di servire la Siria come testa di ponte contro lo Stato ebraico. Negli ultimi mesi ha condotto decine di raid contro postazioni siriane, contro Hebollah e, sempre di più, contro forze iraniane. A ravvivare le tensioni la querelle intorno all'accordo sul nucleare iraniano: Israele si considera l'obiettivo designato di una Teheran con l'arma atomica, e il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha portato avanti una vigorosa campagna contro l'accordo del 2015. Israele ha annesso nel 1981 la parte del Golan che occupava dal 1967 e dalla Guerra dei sei giorni. Questa annessione non è stata riconosciuta dalla comunità internazionale, che considera ancora il territorio siriano.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata