Manila (Filippine), 29 gen. (LaPresse/AP) – Almeno 37 combattenti islamici sono stati uccisi in un’offensiva di due giorni lanciata dall’esercito filippino contro gli insorti contrari all’accordo di pace tra il governo e il gruppo ribelle Fronte islamico di liberazione moro (Milf). Un portavoce dell’esercito, Dickson Hermoso, ha detto inoltre che un soldato è morto e altri quattro sono rimasti feriti nelle esplosioni di bombe nascoste da ribelli in una moschea. Un portavoce degli insorti, Abu Misry, ha smentito il bilancio delle vittime fornito dalle autorità, affermando che soltanto sette combattenti siano rimasti feriti nei bombardamenti dell’esercito. Il presidente filippino Benigno Aquino III ha fatto sapere che le forze armate hanno lanciato l’offensiva per proteggere i villaggi, dopo che membri del Movimento islamico per la libertà di Bangsamoro avevano compiuto alcuni attacchi nella provincia meridionale di Maguindanao. Il gruppo si era opposto ai colloqui di pace tra il governo e il Milf, che sono terminati nel fine settimana in Malesia con un accordo mirato a mettere fine a quarant’anni di insorgenza nel sud, in cui sono morte migliaia di persone. I ribelli del Movimento Bangsamoro hanno annunciato però che continueranno la lotta armata, perché il patto siglato in Malesia non prevede la creazione di uno Stato separato per i musulmani nel sud delle Filippine. Oltre al Milf, nella regione sono attivi altri quattro gruppi ribelli, tra cui il Movimento Bangsamoro e il più radicale Abu Sayyaf, responsabile di numerosi attentati, rapimenti e uccisioni.
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