L'allarme lanciato da imprese e sindacati dopo le misure varate dal governo sul tema dei crediti di imposta, si valuta sciopero generale edili italiani

Imprese e sindacati in allarme dopo l’ultima mossa del governo in materia di Superbonus. “La scelta del governo è sbagliata sotto tutti i punti di vista. Sbagliata soprattutto da un punto di vista occupazionale, dato che noi stimiamo tra gli 80 e i 100mila posti di lavoro a rischio”, sottolinea il segretario generale della Fillea-Cgil, Alessandro Genovesi, sentito da LaPresse in merito alle misure varate ieri dal governo sul tema dei crediti di imposta. “L’obiettivo di ogni governo dovrebbe essere quello di creare posti di lavoro, non di farne perdere”, sottolinea Genovesi.

“Questo perchè ovviamente la cessione del credito e lo sconto in fattura, che sono indipendenti dalla percentuale, dal 100%, dal 90%, dall’80%, sono stati strumenti che hanno permesso a centinaia di migliaia di famiglie di accedere a interventi edili pur non avendo la capienza economica. Il primo effetto delle misure è dunque quello di mettere a rischio imprese e posti di lavoro“, ha proseguito il sindacalista. “L’obiettivo di ogni governo dovrebbe essere quello di creare posti di lavoro, non di farne perdere”, sottolinea ancora.

La minaccia dello sciopero

“Noi chiediamo al governo di cambiare idea, altrimenti chiederemo ai nostri amici di Cisl e Uil di valutare lo sciopero generale degli edili italiani, a cinque anni di distanza dall’ultimo” aggiunge Genovesi. “Altro problema delle misure del governo è che vanno a colpire le fasce meno abbienti della popolazione. I ricchi non hanno problemi ad anticipare 200mila euro e poi prendersi la sua quota di detrazioni annuali. I problemi sono per l’anziano, il disoccupato, il lavoratore dipendente che non può anticipare 60-70mila euro e quindi non potrà neanche più fare interventi di efficientamento energetico, di messa in sicurezza antisismica. Peccato che sono questi soggetti quelli a vivere nei condomini dalle classi energetiche più basse, con bollette più alte, sono quelli che vivono nelle case che alla prima scossa vengono giù”.

“Poichè le imprese sono quelle, i lavoratori sono quelli, se queste fallisconmo non so chi farà il Pnrr. Le aziende e i lavoratori quelli sono. Se falliranno, le imprese non potranno partecipare agli appalti per il Pnrr, i lavoratori che hanno perso il posto magari andranno a cercare lavoro in altri settori, nel metalmeccanico, nel chimico” prosegue il segretario generale della Fillea-Cgil. “C’è il rischio di una botta importante, che può mettere a rischio anche il Pnrr. È un autogol clamoroso di cui non ci spieghiamo le ragioni. Anche rispetto al ragionamento su percentuali di sconto o detrazioni troppo alte, qui va sottolineato che si stanno bloccando cessione del credito e sconto in fattura anche per bonus ristrutturazioni al 50%, per bonus efficienza energetica al 70%. Non c’era un incentivo troppo alto, anzi. Si sta incasinando un settore che ha contributo lo scorso anno a circa un terzo del Pil complessivo”, sottolinea Genovesi.

“Le misure del governo sono sbagliate anche dal punto di vista ambientale. Sono gli edifici privati i maggiori consumatori di energia elettrica, quindi c’è un problema rispetto agli obiettivi Onu e Ue sulla sostenibilità ambientale. Così si va a frenare una delle più importanti operazioni di risparmio energetico, per l’efficienza energetica e la riduzione delle emissioni” le parole di Genovesi. E sul tema della direttiva ‘case green’ e gli standard energetici che imporrà in futuro, “si tratta di un governo curioso”, aggiunge Genovesi. Questo perchè “il governo dice che la direttiva Ue è sbagliata perchè mancano gli strumenti per attuarla, e poi l’unico strumento esistente per realizzarla lo tolgono. Diciamo che a essere gentili sono un filo schizofrenici”.

Unimpresa: “25mila Pmi a rischio fallimento”

“Il decreto approvato ieri dal governo rappresenta una minaccia per tutta l’operazione Superbonus. Con questo provvedimento, si mette la parola fine alla cessione dei crediti fiscali e molti cantieri già fermi da tempo potrebbero essere chiusi definitivamente. Noi avevamo suggerito di convolvere le regioni e gli altri enti locali perché potessero acquistare i crediti delle banche, ma il governo ha detto no, probabilmente per ragioni politiche. Con rammarico, prendiamo atto di queste decisioni che però corrono il rischio di portare al fallimento 25mila piccole e medie imprese italiane. Il rischio che avevamo paventato pochi giorni fa resta intatto”. Lo dichiara il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara, commentando il decreto legge sul Superbonus edilizio approvato ieri dal consiglio dei ministri.
Secondo il Centro studi di Unimpresa, le nuove norme non risolvono il problema dei circa 15 miliardi di euro di crediti fiscali incagliati, questione che sta bloccando 90.000 cantieri: una situazione pericolosa che mette a rischio fallimento 25.000 aziende, per la quasi totalità pmi, con la consequenziale perdita di 130.000 posti di lavoro. Questa situazione si è creata principalmente a motivo della raggiunta capienza fiscale da parte delle banche, pari a 81 miliardi di euro, mentre il totale del “giro d’affari” dei bonus per l’edilizia ha raggiunto la quita di 110 miliardi, cifra assai superiore, peraltro, rispetto ai 72 miliardi inizialmente stimati. Il solo superbonus vale 61 miliardi, ben 25 miliardi in più rispetto alle stime di partenza: vuol dire che l’errore di previsione corrisponde a uno scostamento del 70%.

Confartigianato: “Sbloccare crediti e riattivare incentivi”

“Risolvere, con un compratore di ultima istanza, il grave problema dei crediti incagliati degli imprenditori che hanno effettuato lavori utilizzando i bonus edilizia e riattivare un sistema sostenibile e strutturale degli incentivi per il risparmio e l’efficientamento energetico degli edifici”. Lo sollecita in una nota il Presidente di Confartigianato Marco Granelli, che sottolinea: “da tempo sosteniamo la necessità di ridiscutere il sistema degli incentivi. Ma ora non si possono lasciare imprese e famiglie in mezzo al guado e la soluzione contenuta nel decreto legge appena varato non appare efficace. Confidiamo che il tavolo di confronto annunciato per lunedì non sia soltanto occasione per una presa d’atto, ma la sede permanente di una riflessione che deve portare tutte le parti coinvolte a cercare soluzioni equilibrate”.

“Grazie alla spinta dei bonus edilizia – spiega Granelli – tra il 2019 e il 2022 ben 2,1 punti di crescita del PIL arrivano dai maggiori investimenti in costruzioni in Italia rispetto al resto dell’Eurozona. Inoltre, tra il quarto trimestre 2019 e il terzo trimestre 2022 il settore delle costruzioni ha fatto registrare un aumento di 257mila occupati”.

Pd: “Decreto governo aggrava crisi sociale e colpisce crescita”

“Con il decreto licenziato ieri dal governo Meloni si blocca definitivamente e con effetto immediato ogni buon effetto dei Bonus edilizi che abbiamo introdotto in questi anni e che hanno contribuito in modo significativo alla crescita del PIL di cui la destra oggi si vanta. Non solo. Vietare agli enti locali e alle altre PA di acquistare i crediti incagliati vuol dire condannare alla chiusura decine di migliaia di imprese, fermare almeno 100 mila cantieri, mandare sul lastrico migliaia di famiglie e far perdere il lavoro a centinaia di migliaia di persone occupate nel settore edile e in tanti altri comparti”. Così in una nota la capogruppo del Pd alla Camera Debora Serracchiani, i componenti dell’ufficio di presidenza del gruppo e tutti i capigruppo Pd delle commissioni.

Lollobrigida: “Rimediamo a situazione irragionevole e pericolosa”

Sul Superbonus “non vedo un grande caso. Noi abbiamo avuto provvedimenti di bonus, come il Reddito di cittadinanza e il Superbonus, che abbiamo denunciato. Ricordo le dichiarazioni molto forti di Draghi a luglio dello scorso anno che imputò a questa cessione dei crediti un vero e proprio disastro. Lui lo fece da analista politico in quella fase, ma sicuramente esperto di numeri, e noi ci troviamo di fronte ad una situazione che dobbiamo riparare. Già ieri è emersa la volontà di affrontare il tema tenendo conto che quello che è accaduto è semplicemente, economicamente e finanziariamente, irragionevole e pericoloso”. Così Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, a margine di un evento di Coldiretti. “Da un lato va salvaguardato il mondo delle imprese, il lavoro e e gli impegni assunti; dall’altro tutte le degenerazioni che hanno portato a questa criticità vanno affrontate con la stessa fermezza limitando i danni per lo Stato che possono emergere, perché lo Stato siamo noi cittadini. Si tratta di più di 100 milioni di crediti, divideteli per la popolazione italiana e vedrete quanto ci è costato per ogni singolo italiano”, aggiunge Lollobrigida.

 

Tajani: “Costretti ad agire così per colpa governo 5 Stelle”

 “La responsabilità di quello che è accaduto è del governo Conte, del governo dei Cinque stelle. Sono loro che non sono stati capaci di risolvere i problemi, la responsabilità è loro e siamo stati costretti a fare così”. Lo ha detto il ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani, arrivando all’inaugurazione dello Spazio Europa a Roma dedicato a David Sassoli.

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