Il Consiglio direttivo prevede ulteriori incrementi: un altro 0,50% a marzo, poi decisioni basate sui dati

Ancora un aumento dei tassi d’interesse da 50 punti base da parte della Banca Centrale Europea. La decisione del Consiglio direttivo, in linea con le attese degli economisti, porta i tassi sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rispettivamente al 3,00%, al 3,25% e al 2,50%, con effetto dall’8 febbraio. 

Il Consiglio direttivo della Bce, inoltre, “prevede ulteriori incrementi” dei tassi di interesse e “alla luce delle spinte inflazionistiche di fondo, intende innalzare i tassi di interesse di altri 50 punti base nella prossima riunione di politica monetaria a marzo, per poi valutare la successiva evoluzione della sua politica monetaria”.

Mantenere i tassi di interesse su livelli restrittivi – viene evidenziato – farà diminuire nel corso del tempo l’inflazione frenando la domanda e metterà inoltre al riparo dal rischio di un persistente incremento delle aspettative di inflazione. In ogni caso, anche in futuro le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di riferimento saranno guidate dai dati e rifletteranno un approccio in base al quale tali decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione”.

Francoforte, insomma, è pronta “ad adeguare tutti i suoi strumenti nell’ambito del proprio mandato per assicurare che l’inflazione torni all’obiettivo del 2% a medio termine“, e allontana il pericolo di una crescita degli spread ricordando che “lo strumento di protezione del meccanismo di trasmissione della politica monetaria può essere utilizzato per contrastare ingiustificate, disordinate dinamiche di mercato che mettano seriamente a repentaglio la trasmissione della politica monetaria in tutti i paesi dell’area dell’euro, consentendo così al Consiglio direttivo di assolvere con più efficacia il proprio mandato di stabilità dei prezzi”.

Lagarde: “Economia ha rallentato in modo marcato”

La presidente della Bce, Christine Lagarde, ha poi parlato in conferenza stampa dopo l’annuncio. Sul processo che ha portato il Consiglio direttivo a decidere l’aumento dei tassi, ha detto: “La discussione nel consiglio direttivo è stata nel segno della continuità e della consistenza. Riteniamo che l’aumento significativo dei tassi sia necessario per riportare inflazione al 2%. Su questo presupposto abbiamo deciso per il rialzo di 50 punti base a dicembre, ed è stato deciso lo stesso rialzo adesso. È molto probabile che lo stesso tipo di rialzo ci sarà a marzo”. 

“I costi per i finanziamenti sono ovviamente più difficili“, ha aggiunto. “Tuttavia, questo dimostra solo che l’inasprimento della politica monetaria sta funzionando” ed è una misura “efficiente e necessaria”.

A chi le ha chiesto se i rialzi possano rallentare dopo marzo, Lagarde ha risposto: “No, no, no”. “C’è ancora molta strada da fare, non siamo ancora arrivati al picco“, ha spiegato Lagarde, aggiungendo che il rialzo programmato a marzo “è un’intenzione, ma non un impegno irrevocabile“. Ha poi sottolineato: “Nessuno dovrebbe dubitare sulla determinazione di riportare l’inflazione al 2%. I rischi sono inclusi nelle decisioni. Ma l’obiettivo è mantenere l’inflazione al di sotto del due per cento“. 

Spaventa ancora  la situazione dell’inflazione: “Le pressioni sui prezzi rimangono forti, in parte perché gli alti costi dell’energia si stanno diffondendo in tutta l’economia. L’inflazione al netto di energia e alimentari è rimasta al 5,2 per cento a gennaio, con l’inflazione per i beni industriali non energetici che è salita al 6,9 per cento e l’inflazione per i servizi è scesa al 4,2 per cento. Anche altri indicatori dell’inflazione di fondo sono ancora elevati. Le misure del governo per compensare le famiglie per gli alti prezzi dell’energia smorzeranno l’inflazione nel 2023, ma si prevede che l’inflazione aumenterà una volta scadute. Allo stesso tempo, la portata di alcune di queste misure dipende dall’evoluzione dei prezzi dell’energia e il loro contributo previsto all’inflazione è particolarmente incerto”. “L’inflazione di fondo è ancora viva e vegeta“, ha aggiunto: “I rischi sono più bilanciati e alcuni componenti dell’energia sono calati. Ma l’inflazione di fondo resta viva e vegeta”. 

Il motivo per cui il rialzo è stato di 50 punti base invece che 25 come deciso ieri dalla Federal Reserve americana? Nell’Eurozona non c’è ancora una ‘disinflazione’ come negli Stati Uniti“, ha spiegato Lagarde: “Anche se l’inflazione complessiva scende, la pressione sui prezzi rimane estremamente elevata“.

Ha dichiarato che l’attività economica nell’Eurozona ha “rallentato in modo marcato da metà 2022 e ci aspettiamo che rimanga debole nel breve termine”: “Secondo la stima flash preliminare di Eurostat, l’economia dell’area dell’euro è cresciuta dello 0,1 per cento nel quarto trimestre del 2022”, ha precisato. “La modesta attività globale e l’elevata incertezza geopolitica, in particolare a causa della guerra ingiustificata della Russia contro l’Ucraina e il suo popolo, continuano a ostacolare la crescita dell’area dell’euro“, ha aggiunto. Ciò nonostante, però, “l’economia si è rivelata nel complesso più resiliente di quanto previsto e dovrebbe riprendersi nei prossimi trimestri”, ha precisato. 

Dunque, i rischi per le prospettive di crescita e per le prospettive di inflazione “sono diventati più bilanciati”, ha concluso Lagarde: “La guerra ingiustificata della Russia contro l’Ucraina e il suo popolo continua a rappresentare un significativo rischio di ribasso per l’economia e potrebbe nuovamente far salire i costi dell’energia e del cibo. Potrebbe anche esserci un ulteriore freno alla crescita dell’area dell’euro se se l’economia mondiale si indebolisse più bruscamente di quanto ci aspettiamo. Inoltre, la ripresa incontrerebbe ostacoli se la pandemia dovesse intensificarsi nuovamente e causare nuove interruzioni dell’approvvigionamento. Tuttavia, lo shock energetico potrebbe svanire più rapidamente del previsto e le società dell’area dell’euro potrebbero adattarsi più rapidamente al difficile contesto internazionale. Ciò supporterebbe una crescita più elevata di quanto attualmente previsto“.

Ha poi chiesto la collaborazione degli Stati dell’Eurozona, in particolare invitandoli a ridurre le misure di sostegno contro l’aumento dei prezzi dell’energia. “Le misure di sostegno del governo per proteggere l’economia dall’impatto dei prezzi elevati dell’energia dovrebbero essere temporanee, mirate e adattate in modo da preservare gli incentivi a consumare meno energia”, ha detto. “In particolare, ora che la crisi energetica si fa meno acuta, è importante iniziare ora a ridurre tempestivamente queste misure in linea con il calo dei prezzi dell’energia e in modo concertato. Eventuali misure di questo tipo che non rispettino questi principi probabilmente aumenteranno le pressioni inflazionistiche a medio termine, il che richiederebbe una risposta di politica monetaria più energica. Inoltre, in linea con il quadro di governance economica dell’UE, le politiche fiscali dovrebbero essere orientate a rendere la nostra economia più produttiva e a ridurre gradualmente l’elevato debito pubblico”.

Piazza Affari in rialzo, +1,22%

La decisione di politica monetaria della Bce spinge Piazza Affari, in ulteriore rialzo rispetto alla mattina: in questo momento il Ftse Mib guadagna l’1,22% a 27.030,03 punti.

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