Il presidente di Confindustria stima che per la fine dell'anno l'inflazione si abbassi fino al 5-6%

Cauto ottimismo di Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, sull’economia italiana dal World Economic Forum di Davos. Il leader degli industriali, in un’intervista a Radio24, ha previsto che nel 2023 “avremo un anno caratterizzato per i primi sei mesi da alcune difficoltà. Nel secondo semestre invece l’economia dovrebbe riprendere in maniera robusta. Quello che però temiamo è una frenata sugli investimenti ed è il motivo per cui Confindustria da tempo, anche durante la formazione della manovra di bilancio, ha spinto molto il Governo per stimolare gli investimenti“.

Bonomi ha anche commentato l’emergenza inflazione e le contromisure intraprese dalla Banca Centrale Europea allo scopo di rallentarla, anche in questo caso comunicando fiducia. Confindustria, infatti, stima che per la fine dell’anno il carovita si attesti intorno al 5-6%: “La nostra è un’inflazione da importazione dovuta principalmente alla fiammata dei corsi delle materie prime, soprattutto quelle energetiche. Se si dovesse mantenere il prezzo del gas ai livelli odierni, è presumibile che a partire da settembre l’inflazione si riduca in maniera molto forte”, ha detto, sottolineando che in questo momento “scontiamo il picco di agosto 2022 dove abbiamo raggiunto quasi i 340 euro” al megawattora per il gas.

Sulla Bce, il presidente degli industriali ha detto che Francoforte “sta facendo il suo lavoro, ovviamente cerca di intervenire per raffreddare l’impennata dell’inflazione. Credo che un tasso di sconto al 2% non è un problema per l’economia, anche perché è molto vicino al tasso considerato neutrale, al 2,36%”. All’istituto guidato da Christine Lagarde, semmai, si può imputare “che nella comunicazione non è stata impeccabile, però sappiamo che alcune volte la forma diventa sostanza”.

Era innaturale avere dei tassi negativi. Dobbiamo riabituarci ad avere dei tassi positivi, fino a una forchetta del 3% penso sia gestibile, nella speranza che non ci sia un aumento dei costi dell’energia e quindi ci sia una discesa dell’inflazione”, ha proseguito. C’è però anche del rammarico perché l’Italia, a detta di Bonomi, non avrebbe sfruttato appieno il lungo periodo di tassi negativi in Europa: “Noi dobbiamo fare i compiti a casa. Avremmo dovuto ristrutturare la nostra spesa pubblica e il nostro debito“.

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