A Bruxelles il Consiglio straordinario Energia, difficile si trovi un accordo oggi

L’accordo europeo sul tetto al prezzo del gas, il cosiddetto ‘price cap’, potrebbe arrivare a dicembre. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto, dopo il Consiglio straordinario Energia a Bruxelles. “Dal clima che c’era” tra i ministri, “posso dire di sì”, ha detto il titolare del Mite sulla possibilità che il giorno decisivo sia quello del Consiglio del 13 dicembre. Oggi la presidenza del Consiglio Ue è riuscita a raggiungere un accordo sul contenuto sia del Regolamento sulle autorizzazioni per le rinnovabili, sia del Regolamento sugli acquisti di solidarietà e gas, ma i ministri hanno deciso di non approvare i testi fino a quando non sarà raggiunta un’intesa sul price cap. In totale 15 gli stati “critici” della proposta della Commissione sono 15, tra cui l’Italia. “La nostra posizione era nota, che era di non condivisione dell’impostazione data”, ha detto Pichetto, aggiungendo: “Non è una questione di un numero, è una questione di criteri, perché può anche non esserci un numero stabilito ma è un criterio che determina qual è il cap. Io stesso al tavolo ho detto che possiamo anche fare a meno di fissare un tetto ma se i criteri sono chiari per raggiungere l’obiettivo, che è quello di intervenire evitando una speculazione”. 

La commissaria Simson: “Molti stati preoccupati, serviranno altre riunioni per accordo”

“Siamo pronti a facilitare l’accordo” tra gli Stati sul price cap e “naturalmente siamo qui per aiutare la presidenza ad affrontare tutte le preoccupazioni e in effetti molti Stati membri hanno preoccupazioni. Finora diverse posizioni alla fine ci hanno permesso di raggiungere accordi su proposte precedenti e spero che anche questa volta non sarà differente”, ha dichiarato la commissaria Ue all’Energia, Kadri Simson, al suo arrivo al Consiglio Ue Energia.

Presidenza Ue: “Pronti a convocare altri Consigli straordinari”

 “Prima avevamo un problema perché la Commissione non era in grado di mettere sul tavolo una proposta. Ora abbiamo un problema perché lo ha fatto. E posso solo dire, che sono pronto a convocare tanti Consigli straordinari quanti sono necessari per raggiungere l’accordo”, ha affermato il ministro ceco dell’Industria e del Commercio, Jozef Sìkela, della presidenza di turno del Consiglio Ue. Sikela ha risposto così a chi gli chiedava se il disaccordo sul price cap potrebbe bloccare gli altri pacchetti energia. “Abbiamo letto alcune delle reazioni emotive nei media, quindi mi aspetto che la discussione di oggi sarà piuttosto accesa (spicy)”, ha aggiunto.  “Ovviamente questo è uno strumento straordinario ma i tempi sono anche molto difficili. Dobbiamo essere pronti quando potrebbe essere necessario questo strumento, se dovessimo affrontare un altro periodo in cui i prezzi del gas raggiungono livelli straordinariamente alti”, ha precisato. “Per raggiungere un accordo su questo meccanismo, “sappiamo già che ci sarà un altro incontro la settimana prima di Natale” per raggiungere un accordo.  

 Francia: “Proposta Commissione su price cap insufficiente”

 La proposta della Commissione europea sul price cap “è in realtà un tetto di emergenza che taglierà l’aumento del prezzo del gas in casi del tutto eccezionali, può essere utile ma non è certo una riforma strutturale, né una risposta all’aumento dei prezzi del gas che l’industria sta affrontando e che mette in pericolo il nostro sistema in quanto tale. Non è un testo sufficiente”. Così la ministra francese della Transizione energetica, Agnès Pannier Runacher, al suo arrivo al Consiglio straordinario Energia a Bruxelles. “Dobbiamo continuare a lavorare sul rapporto con la Norvegia per limitare i prezzi del gas, sul disaccoppiamento tra i prezzi del gas e dell’elettricità e continuare anche a lavorare su una riforma del contesto del mercato dell’elettricità”, ha aggiunto.

Germania: “Su price cap ancora molto lavoro davanti”

“C’è ancora molto lavoro davanti a noi”. Così il segretario di Stato presso il ministero federale dell’Economia e dell’azione per il clima della Germania, Sven Giegold, ha commentato le discussioni sul price cap al suo arrivo al Consiglio straordinario Energia a Bruxelles.

Polonia: “Questo non è un price cap ma uno scherzo”

“Non abbiamo visto alcun price cap al prezzo del gas. Abbiamo visto un documento sulle spiegazioni, ma sarà utile avere un price cap. Attualmente il price cap nel documento non soddisfa nessun singolo paese. È una specie di scherzo per noi, dopo così tante discussioni e proposte all’interno di proposte presentate dagli Stati membri”. Così la ministra del clima e dell’ambiente della Polonia, Anna Moskwa, al suo arrivo al Consiglio straordinario Energia a Bruxelles. “Ci aspettiamo discussioni valide oggi e documenti per il prossimo Consiglio che, speriamo, sarà non solo prima di Natale, ma nei prossimi giorni – ha detto -. E siamo pronti a venire in qualsiasi momento per discutere fino a quando sarà necessario votare con documenti per trovare un compromesso. Ma abbiamo bisogno di un price cap. Non serve un documento sui permessi delle rinnovabili, non serve un documento sulla solidarietà, sono molto importanti ma non per ora. È già meno 10 in Polonia. Quindi non vogliamo continuare a discutere di solidarietà e autorizzazioni nelle rinnovabili”.

Spagna: “Scherzo di cattivo gusto”

“Per come è pianificata la proposta della Commissione, riteniamo che sia una proposta che non potrà mai essere realizzata e, in tal senso, riteniamo che sia uno scherzo di cattivo gusto da parte della Commissione europea“. Così la ministra spagnola per la Transizione ecologica, Teresa Ribera, al suo arrivo al Consiglio straordinario Energia a Bruxelles. “Quello che fa la proposta della Commissione è causare l’effetto opposto a quello desiderato, ovvero favorire un aumento dei prezzi del gas”, spiega. Il meccanismo prospettato “ha tre seri problemi: design, prezzo e condizioni. I tre elementi centrali sono mal posati. La cosa buona è che la Commissione ha presentato una proposta e almeno c’è qualcosa da discutere”. “Il livello di prezzo proposto dalla Commissione è inapplicabile. Ad esempio, la scorsa estate queste previsioni non avrebbero potuto essere applicate – aggiunge -. Se durante i 15 giorni consecutivi che la Commissione richiede nella sua proposta avessimo avuto quello stato di prezzi, non sarebbe nemmeno necessario agire, perché semplicemente non ci sarebbe niente da poter fare, l’Europa non potrebbe riprendersi da quello stato di shock. Riteniamo inoltre che fissare un prezzo fisso sia un errore. Sarebbe molto più ragionevole mettere un prezzo dinamico, un riferimento che parta dai prezzi fissati nei mercati internazionali, con un plus. E siamo disposti a negoziare quel vantaggio”.

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