Chiaro il risultato delle elezioni ma per il nuovo governo ci vorranno ancora settimane

Chiaro il risultato delle elezioni ma per il nuovo governo ci vorranno ancora settimane: eppure, le scadenze di politica economica sono serrate. La prima è vicinissima: la Nadef, la nota di aggiornamento al Def che va presentata teoricamente entro domani. La scadenza però non è vincolante ed è probabile che il Consiglio dei ministri la approvi mercoledì. Del resto, il documento preparato dal governo uscente è ‘parziale’: si limiterà soltanto, come confermato dal titolare dell’Economia Daniele Franco, ad aggiornare il quadro tendenziale, mentre “il nuovo governo preparerà gli obiettivi e la legge di bilancio”.

Lo step successivo è il documento programmatico di bilancio, che va inviato in Ue entro il 15 ottobre, in cui di norma vengono indicate “le valutazioni macroeconomiche e le azioni prioritarie del Governo, l’aggiornamento sullo stato di avanzamento del Programma nazionale di riforma – con particolare riferimento al livello di risposta alle raccomandazioni specifiche della Commissione europea – e la manovra di finanza pubblica per il 2022 articolata per tipologia di intervento con relativo impatto finanziario (in percentuale del PIL)”.

Con la prima seduta della Camera prevista per il 13 ottobre però, è impossibile che si delinei il quadro di politica economica: anche qui, ci si limiterà al tendenziale, così come probabilmente per la conseguente legge di bilancio che “presenta il quadro finanziario del bilancio dello Stato e descrive l’allocazione degli stanziamenti tra aggregati che riflettono le funzioni e gli obiettivi perseguiti attraverso la spesa statale”. Quella che un tempo si chiamava ‘manovra’ andrebbe inviata in Parlamento entro il 20 ottobre: di nuovo, troppo a ridosso della formazione del governo per poter essere completa.

Si procederà dunque a una cornice con l’indicazione delle spese indifferibili – quelle che, detta semplicemente, servono a far funzionare il Paese – per poi ‘riempirla’ successivamente con uno o più decreti. Del resto un po’ di tempo c’è: il giudizio dell’Europa, la famosa letterina di Bruxelles attesa con qualche batticuore negli anni passati, arriverà entro il 30 novembre, e l’esame della legge di bilancio deve concludersi in Parlamento entro il 31 dicembre. L’alternativa? L’esercizio provvisorio, con chiari paletti e vincoli di spesa.

Capitolo a parte merita il Pnrr: entro fine anno l’Italia deve raggiungere altri 55 obiettivi, di cui più della metà, esattamente 29, dovranno essere centrati a fine ottobre. In palio c’è la terza tranche di fondi, circa 21 milioni di euro. 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata