L'intervista di LaPresse alla vincitrice del Premio Strega Giovani 2022: "Non amo le feste, non è una posa"

Niente discorsi ‘universali’ nel suo ‘bilancio di fine’ anno Veronica Raimo, scrittrice che ha recentemente pubblicato per Einaudi ‘La vita è breve, eccetera’ e che ha vinto, nel 2022, il Premio Strega Giovani con ‘Niente di vero’.Dal 2024 mi aspetto prima di tutto il cessate il fuoco a Gaza“, spiega a LaPresse, quando le si domanda cosa vorrebbe per l’anno che verrà, a pochi giorni da Capodanno. Un tema centrale, quello della guerra in Medioriente, che ha attraversato gli ultimi mesi del 2023. 

Mentre ci racconta cosa ha fatto durante le feste, è impossibile non pensare a diversi capitoli del suo semi-autobiografico ‘Niente di vero’: i rapporti con il fratello, con la famiglia tutta, e pure con i festeggiamenti.  “Non amo le feste e nemmeno le famiglie, non è una posa, non è che sotto sotto sono felice di stare a tavola con i parenti a mangiare il panettone – spiega la scrittrice – quindi cerco di ridurre al minimo sindacale l’impegno”. Ma cosa ha fatto in questi giorni di festa? “La vigilia l’ho passata dai miei zii, ma il pranzo di Natale in un bar con un caffè e un tramezzino, il pomeriggio a rivedere una traduzione di Dickens e la sera a casa di amici a bere brodo di gallina con gin (molto dickensiano)” aggiunge. E poi, racconta come nasce il suo desiderio di scrivere: “Credo che la cosa che mi spinge a scrivere sia la stessa che mi impedisce di scrivere, cioè temere che non sarò mai più in grado di scrivere niente” spiega. In passato ha elogiato la noia, come un ‘motore’ per la scrittura. E la sua insonnia, della quale ha parlato tante volte, aiuta a trovare ispirazione e tempo per fare altre cose? “Purtroppo per quanto mi riguarda molto poche, perché l’unica cosa che vorresti fare in quei momenti è dormire, non pensi ad altro, non ti interessa altro, non esiste altro” taglia corto. 

Oltre a quello dei conflitti, un altro tema che sembra aver attraversato il 2023 è quello delle questioni (e violenze) di genere. “Credo che ci sia una presa di coscienza collettiva” sul tema delle differenze di genere e della violenza contro le donne “ma non se ne deve parlare in termini di ‘forza delle donne’ perché quella è la stessa retorica che ha consolidato il patriarcato e gli squilibri di potere” dice Raimo a proposito della narrazione che vede il 2023 come un anno in cui le donne sono state ‘al centro’, dalla politica allo show biz. “Parafrasando Ursula K. Le Guin (scrittrice femminista, ndr) vorrei che provassimo a ragionare collettivamente su cosa significhi essere deboli e vivere in quello che è considerato il lato oscuro di ogni sogno capitalista”, aggiunge ancora Raimo.

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