Si è fatto il punto sullo stato del settore, uno dei più colpiti dalla pandemia

Al Ministero della Cultura si fa il punto sullo stato dell’opera lirica in Italia dopo gli anni della pandemia. “L’Opera: resilienza e nuovi modelli gestionali – Verso il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro“ è il titolo del convegno in Sala Spadolini nella sede del ministero. “L’opera è senza dubbio uno dei settori più colpiti dalla pandemia” spiega il presidente di Agis Francesco Giambrone. “La scelta è stata quella di non fermarsi. I teatri d’opera hanno capito subito quale era la responsabilità sociale che hanno per le nostre comunità. Nonostante fosse rischioso abbiamo continuato e siamo rimasti aperti e vicini al pubblico. Questo ribalta l’immaginario collettivo per cui i teatri d’opera sono dei carrozzoni che sprecano soldi. Non è così, sono delle fabbriche di cultura vive e sane. Il pubblico lo ha riconosciuto, ci ha ringraziati ed è tornato in sala”. Durante la tavola rotonda è stato anche presentato il saggio “Dopo il silenzio” a cura di Giambrone. A rappresentare le fondazioni lirico-sinfoniche Anfols con il presidente Fulvio Macciardi: “Oggi facciamo un punto sul passato fatto di pandemia e chiusura di teatri. Abbiamo reagito bene e ora è il momento del rinnovo dei contratti dei dipendenti che sono fermi da anni. Un nostro impegno. Il futuro deve essere riempito di idee importanti e innovative. Dobbiamo pensare al teatro non che risolve i problemi di oggi ma che affronti i problemi tra 10, 15, 20 anni”. Non manca il saluto del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano durante il convegno e la presenza del suo sottosegretario Gianmarco Mazzi che spiega: “L’opera è l’Italia. L’opera nasce italiana. Se pensiamo che tutti i movimenti musicali che vengono definiti nel mondo hanno una definizione italiana come piano e pianissimo. L’opera è la massima espressione della cultura italiana. Credo che il rilancio sia possibile. Oggi abbiamo parlato di nuovi livelli gestionali. Servono idee nuove per attirare un pubblico più giovane. Marketing territoriale? Si può fare di più. Io parlo spesso di industria culturale perché sì ha valore sociale ma anche economico. Il marketing, che sia culturale e che non tocchi il prodotto artistico, deve aiutare la divulgazione del prodotto artistico stesso“.

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