Ancora in corso le indagini sul livello 'superiore' che avrebbe elaborato l'evasione dell'imprenditore da Basiglio

Quella di Artem Uss è stata una “fuga non improvvisata ma elaborata, costruita e pianificata” nei mesi. Allo stato attuale delle indagini, però, non è emerso un coinvolgimento di servizi segreti o agenzie d’intelligence straniere, a cominciare da quelle russe. È quanto emerso durante la conferenza stampa in Procura a Milano sull’operazione ancora in corso che ha portato ad eseguire nel Bresciano e in Croazia due ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di Vladimir Jovancic detto ‘Vlado’ o ‘il vecchio’, 52enne bosniaco con diversi precedenti per reati contro il patrimonio, e di suo figlio 27enne Boris, nato a Nagrar nel Veronese, membri del commando che il 22 marzo ha organizzato l’evasione dell’imprenditore russo dalla ex cascina Vione di Basiglio. Sono ancora ricercati con l’ausilio di Interpol, Eurojust e autorità statunitensi lo sloveno 39enne Matej Janezic e i serbi di 51 e 46 anni Srdan Lolic e Nebojsa Ilic. Alla fuga, realizzata con una “carovana” di 4 auto (una rimasta in Italia, tre che hanno passato il confine sloveno a Gorizia) sarebbe estranea anche la moglie di Uss, che aveva lasciato l’Italia una decina di giorni prima dell’evasione. Tra i nuovi elementi esposti dal Procuratore di Milano Marcello Viola con il pm Giovanni Tarzia, il Comandante provinciale dei carabinieri di Milano, Pierluigi Solazzo, e gli uomini del Nucleo investigativo dei Carabinieri di Milano guidanti dal tenente colonnello Antonio Coppola e del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza, c’è che nei 79 giorni di detenzione domiciliare in attesa di estradizione il braccialetto elettronico di Uss fornito da Fastweb ha mandato “124 segnali d’allarme” e non ‘solo’ 38 come emergeva dall’ordinanza di custodia della Gip Anna Magelli. Di questi segnali 7 sono concentrati in due giorni per problemi di alimentazione elettrica e altri 20 sempre in 48 ore che potrebbero “essere state delle prove” perché “coincidono con le date dei 5 sopralluoghi” realizzati dalla banda e ricostruiti dagli inquirenti. Agli atti dell’inchiesta non ci sono “prove” anche se è “verosimile” che si trattasse di simulazioni per testare i tempi di reazione dei carabinieri di Basiglio che in quei due mesi hanno controllato Uss a casa oltre 280 volte, tra controlli ordinari e altri successivi agli allarmi. 

Ancora in corso le indagini sul livello ‘superiore’

Sono ancora in corso le indagini, durate oltre 5 mesi, per identificare il livello ‘superiore’ che ha organizzato la fuga di Uss, figlio di un oligarca di Putin, su cui il Dipartimento di Stato americano ha messo una taglia da 7 milioni di dollari: l’imprenditore è ricercato da Washington per associazione a delinquere, frode, riciclaggio, contrabbando di armi, petrolio e tecnologia militare dual use. Le investigazioni sono state condotte con pedinamenti, immagini della videosorveglianza, conta-targhe, intercettazioni, testimonianze e analisi patrimoniali e finanziarie. Per ricostruire la dinamica della fuga i carabinieri hanno analizzato oltre 11 milioni di tabulati telefonici. A livello amministrativo a giugno la Guardia di Finanza ha congelato i beni in Italia di Uss: la residenza di Basiglio acquista per scontare i domiciliari, una società in provincia di Sassari schermata da un trust cipriota e un conto corrente da circa 150mila euro.

 

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