La sorella della vittima, Chiara: "Voleva lasciarlo"

Giulia Tramontano sapeva del tradimento del compagno da 5 mesi, voleva lasciare Alessandro Impagnatiello e cambiare casa. Lui il 25 maggio – 48 ore prima di ammazzarla – le scriveva: “Vuoi ritrovare la tua tranquillità mettendomi da parte? Prima ancora di far nascere un bambino tu vuoi già dividerci? Vuoi farlo nascere con due genitori già separati? Ma che madre sei!“. Dopo l’omicidio è andato avanti per giorni a scriverle simulando disperazione sul cellulare della 29enne che lui stesso ha dichiarato di aver buttato in un tombino di Milano. “Ho i giornalisti che mi stanno molestando sotto casa, ti prego è invivibile così. Siamo al quarto giorno, finiscila con questa storia e batti un colpo”, le scrive il 31 maggio implorandola di farlo per il figlio di 8 anni avuto dalla sua ex, “Lo sai quanto è legato a te”. È dalle chat estrapolate dagli investigatori sui dispositivi, dai verbali di Chiara Tramontano, sorella della vittima, e da quelli della madre di lui, Sabrina Paulis, che emergono nuovi particolari sulle ultime settimane e ore di vita della vittima di Senago.

Giulia “stava pensando di abortire” a gennaio dopo scoperto i tradimenti ma “avendo superato il 96esimo giorno di gravidanza non le era possibile”, ha raccontato la sorella ai carabinieri. Era pronta a cambiare casa o tornare dai genitori. Sabato 27 maggio, però, la situazione precipita: avviene l’incontro alle 17.30 all’Armani Bamboo Bar con l’amante di Alessandro. Ci va accompagnata e poi riportata indietro dalla metro dalla madre di lui e il compagno che le chiedono “se volesse passare la notte a casa nostra per ‘staccarsi”. Risponde di no. Un diniego che risulterà fatale al ritorno nella casa di via Novella dove troverà la morte. Da lì i contatti andati a vuoto di amici e famigliari.
Chiara Tramontano non riesce a contattarla. Al mattino Alessandro le dice al telefono che fino al suo turno di lavoro alle 10 (in realtà iniziato verso le 8) “era a casa a dormire”. La madre di lui che ha visto un ultimo accesso di Giulia su WhatsApp alle 21.45 della sera prima – dopo il probabile orario della morte – alle 19 di domenica porta il figlio dai carabinieri a denunciare la scomparsa. L’amante ha visto Impagnatiello alle 2 di notte fuori da casa sua in viale Certosa e non lo ha fatto entrare, parlandogli dalla finestra del ballatoio. Poi lo ha rivisto domenica alle 16.30 dopo il lavoro e ha notato i guanti in lattice che uscivano dal suo zaino. I pm di Milano che indagano sull’omicidio ancora battono la pista di possibili complici del 30enne, almeno nella fase di occultamento del cadavere, perché nella versione fornita dall’ex barman ci sono dei ‘buchi’ che non trovano riscontri.

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