Jacopo Viola è il legale di uno dei due ragazzi fermati per le molestie a Milano la notte di Capodanno

(LaPresse) “Ha risposto alle domande del gip ed è stato collaborativo” il 18enne egiziano fermato nella notte tra martedì e mercoledì a Milano per le violenze avvenute in piazza Duomo la notte di Capodanno. Lo ha riferito l’avvocato Jacopo Viola, che assiste il giovane, senza voler entrare nel merito delle dichiarazioni del suo assistito. Il ragazzo, un operaio che vive da due anni col padre nel capoluogo lombardo, ha ricostruito passo passo tutta la sequenza delle aggressioni ma ha detto di non aver partecipato in alcun modo. Il 18enne, sentito dal gip Raffaella Mascarino per l’udienza di convalida del fermo, ha detto di aver raggiunto degli amici in Duomo e di aver visto tutta la scena da lontano. “Io ero arrivato da poco e mi sono trovato con delle persone che conoscevo”, ha raccontato il ragazzo al gip, nell’udienza in videoconferenza dal carcere di San Vittore. Dopo un po’ di tempo gli amici del 18enne avrebbero “accerchiato le ragazze”. Il “casino” per il giovane sarebbe “successo da mezzanotte e mezza in poi”. Il ragazzo ha anche confermato di aver visto “la ragazza vestita di rosso” mentre cercava di difendersi e “sputava in faccia a qualcuno”. Dopo le aggressioni il 18enne ha detto di essersi “spaventato” e di essere andato a prendere la metropolitana.

I pm: “Utilizzate le vittime a proprio piacimento per soddisfare pulsioni”

Hanno preso di mira le ragazze, le hanno circondate e “travolte”, buttandole per terra. Poi le hanno palpeggiate, spogliate e “utilizzandole a proprio piacimento e per soddisfare le proprie pulsioni, in spregio a ogni forma di rispetto della persona”. È così che, per il procuratore aggiunto Letizia Mannella e per il pm Alessia Menegazzo, hanno agito i 40 – 50 uomini che facevano parte del ‘branco’, responsabile delle aggressioni la notte di Capodanno in piazza Duomo.

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