Fascicolo aperto per omicidio colposo. La piccola di 4 anni contagiata dalla malattia si è spenta a Brescia lo scorso ottobre

Ci sarebbe stato un errore umano dietro al tragica morte della piccola Sofia, la paziente di 4 anni dell'ospedale Santa Chiara di Trento contagiata dalla malaria e morta il 4 settembre scorso all'ospedale di Brescia. É quanto emerge dalle indagi su quella tragica vicenda. Secondo la Procura di Trento, responsabile del contagio sarebbe un'infermiera, che adesso è indagata per omicidio colposo.

Come aveva già anticipato ai primi di novembre l'Istituto superiore di sanità, il contagio è avvenuto molto probabilmente durante il ricovero avvenuto tra il 16 e il 21 agosto nel reparto pediatria all'ospedale Santa Chiara di Trento. Ora la Procura ha ristretto ulteriormente la data del contagio: si parla del 17 agosto, quando nello stesso reparto di Sofia, ma in una stanza diversa, erano ricoverate anche due bambine del Burkina Faso che avevano contratto la malaria durante un viaggio nel loro Paese.

L'errore, involontario, sarebbe avvenuto proprio il 17 agosto, quando nel reparto vennero eseguiti nove prelievi di sangue. Forse l'infermiera non aveva cambiato i guanti monouso, la cannula di una flebo non era stata sterilizzata perfettamente o una siringa non era stata sostituita. Così il sangue infettato dalla malaria sarebbe venuto a contatto con quello di Sofia. Esclusa definitivamente, dunque, l'ipotesi di una zanzara killer arrivata in Italia a bordo di un aereo.

L'infermiera è stata ascoltata dal pubblico ministero e ha detto di aver seguito alla lettera le procedure previste nel reparto pediatrico dell'ospedale trentino. Non è scontato che venga richiesto il rinvio a giudizio nei suoi confronti.

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