Il Pontefice ha partecipato all'evento 'Rencontres Méditerranéennes' a Marsiglia
Papa Francesco è arrivato ieri a Marsiglia e vi resterà fino a questa sera, per prendere parte a Rencontres méditerranéennes, un incontro “che riunisce Chiese e città mediterranee allo scopo di riflettere sulle sfide dell’accoglienza, dell’integrazione e della fraternità, così da favorire il dialogo interculturale e promuovere vie di pace”, come ha lui stesso sottolineato nel telegramma inviato al presidente Sergio Mattarella, prima di partire. E sull’aereo che lo portava in Francia ha fatto appello al suo coraggio.
Conscio della portata di questo viaggio in una città “che è la porta, la finestra. E’ tutto… sul Mediterraneo”, a chi gli chiedeva se questo a Marsiglia sarà un viaggio storico come quello fatto a Lampedusa, ha risposto “Credo di sì. Spero di avere il coraggio di dire tutto quello che voglio dire”. E questo coraggio, il Pontefice, lo ha trovato. Dopo aver definito la situazione dei migranti “una crudeltà” e “una terribile mancanza di umanità”, Bergoglio ha ammonito: “Non abituiamoci a considerare i naufragi come fatti di cronaca e i morti in mare come cifre: no, sono nomi e cognomi, sono volti e storie, sono vite spezzate e sogni infranti. Penso a tanti fratelli e sorelle annegati nella paura, insieme alle speranze che portavano nel cuore. Davanti a un simile dramma – ha scandito il pontefice – non servono parole, ma fatti”.
Davanti al memoriale dedicato ai marinai e ai migranti dispersi in mare, Papa Francesco è stato categorico: “Le persone che rischiano di annegare quando vengono abbandonate sulle onde devono essere soccorse”, ha ribadito. “È un dovere di umanità, è un dovere di civiltà”. “Troppe persone, in fuga da conflitti, povertà e calamità ambientali, trovano tra le onde del Mediterraneo il rifiuto definitivo alla loro ricerca di un futuro migliore. E così questo splendido mare è diventato un enorme cimitero, dove molti fratelli e sorelle sono privati persino del diritto di avere una tomba, e a venire seppellita è solo la dignità umana”. Dunque “davanti a noi si pone un bivio: da una parte la fraternità, che feconda di bene la comunità umana; dall’altra l’indifferenza, che insanguina il Mediterraneo. Ci troviamo di fronte a un bivio di civiltà”, ha aggiunto. Ad ascoltarlo, tra i presenti, alcune Ong che salvano i Migranti in mare. Tra loro, in prima fila, anche Luca Casarini di Mediterranea. “Sono felice di vedere tanti di voi che vanno in mare per salvare i Migranti”, ha detto il Papa prima dell’affondo: “Tante volte vi impediscono di andare perché alla nave manca qualcosa: questi – ha dichiarato – sono i gesti di odio contro i fratelli travestiti da equilibrio. Grazie per quello che fate”.
Il discorso di sabato
“C’è un grido di dolore che più di tutti risuona, e che sta tramutando il mare nostrum in mare mortuum, il Mediterraneo da culla della civiltà a tomba della dignità. È il grido soffocato dei fratelli e delle sorelle migranti” ha detto Papa Francesco nel suo discorso alla sessione conclusiva dei ‘Rencontres Méditerranéennes’, a Marsiglia. “Marsiglia ha un grande porto ed è una grande porta, che non può essere chiusa. Vari porti mediterranei, invece, si sono chiusi. E due parole sono risuonate, alimentando le paure della gente: ‘invasione’ ed ‘emergenza’. Ma chi rischia la vita in mare non invade, cerca accoglienza. Quanto all’emergenza, il fenomeno migratorio non è tanto un’urgenza momentanea, sempre buona per far divampare propagande allarmiste, ma un dato di fatto dei nostri tempi, un processo che coinvolge attorno al Mediterraneo tre continenti e che va governato con sapiente lungimiranza: con una responsabilità europea in grado di fronteggiare le obiettive difficoltà”.
“Contro la terribile piaga dello sfruttamento di esseri umani, la soluzione non è respingere, ma assicurare, secondo le possibilità di ciascuno, un ampio numero di ingressi legali e regolari, sostenibili grazie a un’accoglienza equa da parte del continente europeo, nel contesto di una collaborazione con i Paesi d’origine” dice ancora Bergoglio. “Dire ‘basta’, invece, è chiudere gli occhi”, ammonisce Bergoglio. “Tentare ora di ‘salvare sé stessi’ si tramuterà in tragedia domani, quando le future generazioni ci ringrazieranno se avremo saputo creare le condizioni per un’imprescindibile integrazione, mentre ci incolperanno se avremo favorito soltanto sterili assimilazioni. L’integrazione è faticosa, ma lungimirante: prepara il futuro che, volenti o nolenti, sarà insieme o non sarà. L’assimilazione, che non tiene conto delle differenze e resta rigida nei propri paradigmi, fa invece prevalere l’idea sulla realtà e compromette l’avvenire, aumentando le distanze e provocando la ghettizzazione, che fa divampare ostilità e insofferenze. Abbiamo bisogno di fraternità come del pane”, conclude.
Incontro con Macron
Incontro privato tra Papa Francesco e il presidente francese Emmanuel Macron a Palais du Pharo, a Marsiglia. I due si sono salutati molto calorosamente. Il Pontefice e Macron, in passato, si sono incontrati tre volte, l’ultima quasi un anno fa a Roma. Questo pomeriggio ci sarà un altro incontro prima della partenza del Santo Padre dall’aeroporto per far ritorno a casa.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata