Il fondatore Leif Brooks: "Usato per commettere crimini atroci, non voglio avere un infarto a 30 anni"

Numerose denunce di abusi costano la chiusura a Omegle, popolare sito web di chat online, dopo 14 anni di attività. Lo riporta la Bbc. Omegle metteva in contatto, a caso, utenti tra loro sconosciuti ed era diventato particolarmente popolare tra adolescenti e bambini durante la pandemia di coronavirus. Negli ultimi anni, tuttavia, il sito era stato menzionato in decine di casi di pedofilia. Secondo il fondatore di Omegle, Leif Brooks, la gestione del sito “non era più sostenibile, né finanziariamente né psicologicamente”.

Secondo Brooks bisogna riconoscere che “diverse persone ne hanno abusato, anche per commettere crimini indicibilmente atroci”. Per Brooks “le spese e lo stress per questa lotta” sono “semplicemente eccessivi”. Ha poi aggiunto: “Francamente non voglio avere un infarto a 30 anni“. Omegle è stato recentemente tirato in ballo in un’indagine della procura di Milano su un presunto caso di adescamento online di minori. Tra gli strumenti utilizzati dagli indagati per avvicinare le vittime ci sarebbe stato proprio Omegle, oltre a Instagram.

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