Sainz guadagna il terzo gradino del podio in seguito a una squalifica decisa oltre tre ore dopo la gara

Questione di millimetri, quanto basta per tornare alla Formula caos. Ancora una volta, nel giro di pochi mesi, l’ordine d’arrivo di un Gp viene stravolto dopo una manciata di ore, disorientando tifosi, piloti e le stesse scuderie per un tempismo apparso davvero paradossale nel mondo della velocità che fa della tempestività il suo marchio di fabbrica e ha come obiettivo quello di limare millesimi di secondo. A luglio, per il Gp dell’Austria, la Fia accolse il ricorso dell’Aston Martin cancellando 83 tempi cronometrici e penalizzando nove piloti per aver oltrepassato più volte i limiti della pista. Ad Austin, per il Gp degli Stati Uniti vinto da Max Verstappen (al suo 50mo successo in carriera), nel mirino sono invece finiti i fondi delle vetture di Lewis Hamilton e Charles Leclerc, arrivati rispettivamente secondo e sesto nella gara disputata domenica sul tracciato texano. I due piloti sono stati squalificati dopo che il delegato tecnico della Fia, Jo Bauer, ha rilevato delle irregolarità nel plank delle monoposto, con conseguente rivoluzione dell’ordine d’arrivo. La decisione è arrivata a oltre quattro ore dalla conclusione della gara, con il ‘circus’ che era in procinto di trasferire il materiale in vista del prossimo weekend in Messico.

Le conseguenze sulla classifica

Uno stravolgimento-choc che ha inciso non poco sulle classifiche. La Rossa si è potuta consolare con il terzo posto di Carlos Sainz, che era arrivato ai piedi del podio alla fine della gara, mentre Lando Norris si è preso invece la seconda piazza, l’ennesima della stagione. La doppia squalifica provoca un impatto, per nulla trascurabile, sulla corsa per il secondo posto: Hamilton infatti vede allontanarsi l’aggancio a Sergio Perez nella classifica piloti (il messicano della Red Bull sale al quarto posto aumentando così il vantaggio sul britannico) mentre la Ferrari rosicchia punti importanti alla Mercedes in quella costruttori guadagnando 5 punti sulla Mercedes anziché perderne 4 e portandosi a -22. Festeggia anche la Williams, che vede entrambe le proprie vetture entrare in zona punti (Albon nono e Sargeant decimo). Quando tutto sembrava finito, ecco dunque spuntare la clamorosa sorpresa, non ultima in questa stagione non avara di modifiche a gara già conclusa. Nel documento 60 emesso nel tardo pomeriggio di Austin, Bauer, ha affermato che i pattini non sono stati trovati a norma di regolamento per ciò che riguarda l’articolo 3.5.9 del Regolamento Tecnico della Fia, quello relativo all’usura del fondo piatto, che indica come il plank delle vetture debba essere spesso almeno 9 millimetri.

Ds Ferrari: “Avremmo dovuto sollevare di più la macchina”

Il direttore sportivo della Ferrari, Diego Ioverno, ha spiegato cosa è andato storto, costando la squalifica di Leclerc: “Su una pista con così tanti saltellamenti avremmo dovuto sollevare di più la macchina, ma avremmo perso prestazione”, ha affermato sottolineando la difficoltà di definire un assetto dopo una sola sessione di prove libere e su una pista che per quei saltellamenti è resa molto complicata per piloti e macchine. “In passato sono spesso saltate sospensioni o ci sono stati danni al telaio. Abbiamo alzato la vettura durante le libere e pensavamo di essere a posto, ma evidentemente abbiamo scelto una configurazione troppo al limite“, ha aggiunto. La F1 sta per concludersi come dunque era iniziata, con gare dall’ufficialità sospesa per diverse ore prima della omologazione. Lo scorso aprile a Melbourne, nella terza gara della stagione, i commissari decisero a un giro dalla conclusione una nuova ultima partenza penalizzando il ferrarista spagnolo di cinque secondi per un contatto e riportando il connazionale Fernando Alonso sul podio, facendo sfilare fino al traguardo le monoposto ‘sopravvissute’ al termine di uno dei Gp più pazzi di sempre.

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