Al colombiano basta il 24esimo tempo. Il piemontese fora, ma vince l'ultima frazione con arrivo al Duomo di Milano. Caruso splendido secondo nella classifica generale

Egan Bernal è il re del Giro d’Italia 2021. Due anni dopo il trionfo al Tour de France, il colombiano si regala un’altra impresa e l’ingresso nella storia del ciclismo. In piazza del Duomo a Milano il 24enne corridore della Ineos Grenadiers finalizza un dominio instaurato già dalla prima settimana: nemmeno la cronometro individuale conclusiva di 30,3 km, scattata da Senago, avrebbe potuto metterlo più in discussione. Un successo davvero senza macchie, quello di Bernal, che il traguardo di Milano consacra come nuovo fenomeno del ciclismo mondiale. Lo scalatore colombiano, che succede nell’albo d’oro al britannico Tao Geoghegan Hart ed è il secondo corridore del suo paese a trionfare al Giro dopo Nairo Quintana (2014), aveva conquistato la maglia rosa dopo la vittoria a Campo Felice, nella nona tappa, ed è riuscito a difenderla in tutte le frazioni successive, con freddezza da veterano e regalando spettacolo quando possibile.

Anche l’Italia, comunque, che si aggiudica sette tappe su 21 con i suoi rappresentanti, si toglie delle belle soddisfazioni dall’edizione numero 104 del Giro. Intanto, va detto che Bernal è strettamente legato al nostro Paese, dove giunse non ancora 19enne e restò due anni, difendendo i colori della Androni-Sidermec. Ma a tenere altissimi i colori azzurri è il podio conquistato da un magnifico Damiano Caruso. Un secondo posto che equivale quasi a una vittoria. Il 33enne siciliano della Bahrain Victorious era partito al Giro come gregario, per poi ritagliarsi sempre di più un ruolo da protagonista dopo il ritiro di Mikel Landa. E ieri, ha blindato il piazzamento sul podio finale con la meravigliosa vittoria sull’Alpe Motta, suo primo successo in un grande Giro.

E poi, ovviamente, se si parla di sfida al tempo non può mancare la certezza Filippo Ganna. Il piemontese concede il bis confermandosi il re della velocità: dopo la crono inaugurale di Torino, è suo anche il gran finale. Un successo che rende trionfale la giornata della Ineos. ‘Top Ganna’, subito scattato a gran ritmo, ha coperto la distanza con il tempo di 33’48” (media 53,8 km/h) mettendo in fila tutti i rivali nonostante una foratura alla ruota posteriore a un chilometro dal traguardo e il conseguente cambio di bicicletta. Un imprevisto che non influisce sulla vittoria: l’azzurro di Verbania riesce, comunque, a precedere di 12″ il francese Remi Cavagna (Deceuninck-Quick Step), che, negli ultimi 500 metri, finisce contro le transenne, e di 13″ il mantovano Edoardo Affini (Team Jumbo-Visma), che si presentava alla vigilia come il diretto rivale di Ganna.

Quanto a Bernal, chiamato a una crono in semplice controllo, ferma il tempo su 35″41. Caruso, che doveva recuperare 1’59”, guadagna 30 secondi e conclude nella generale a 1’29” dalla maglia rosa, difendendo brillantemente il piazzamento da Simon Yates (Team BikeExchange): il britannico alla fine è terzo in classifica con un distacco di 4’15”. Quarto il russo Aleksandr Vlasov (Astana-Premier Tech) a 6’40”, quinto il colombiano Daniel Felipe Martinez Poveda (Ineos Grenadiers) a 7’24”. Per quello che riguarda gli azzurri, il secondo migliore nella generale è Davide Formolo (Uae Emirates), 15°. Mentre Vincenzo Nibali (Trek-Segafredo), arrivato al Giro con molti dubbi legati alla sua condizione, chiude al 18° posto.

“Mi è ancora difficile credere a quanto sta succedendo, ho appena vinto il Giro. Non ho parole. Sembro tanto tranquillo e calmo, ma dentro ho tanta emozione”, ha commentato al traguardo Bernal, che porta a casa anche la maglia di miglior giovane e riceve l’applauso dei tantissimi tifosi suoi connazionali accorsi in piazza Duomo. “Ho superato i problemi di questi anni. Questa maglia è speciale, è la corsa più bella nel paese più bello del mondo. E’ una maglia bella da portare”, ha spiegato. “Ho vinto dando spettacolo? Di questo Giro non potrò dimenticare tante cose, dalla prima tappa che ho vinto. Questo sono io, ho corso il ciclismo che mi piace, ho trovato la libertà per correre come mi piace”.

Soddisfatto Ganna, che può festeggiare la sua vittoria, la quinta consecutiva in una prova di tempo e il trionfo finale del compagno di squadra: “La marcia di avvicinamento è stata dura, fatta di testa. Ho vinto anche la sfortuna, che si è messa di mezzo anche oggi, e portato a casa un bel risultato”, ha dichiarato il piemontese. “Egan ha concluso qualcosa di stupendo, creato in tre settimane. Dopo la prima settimana abbiamo lavorato tanto, soprattutto io e Puccio, per tenerlo coperto”, ha proseguito. “E’ stata una vittoria di squadra, del gruppo, grazie a lui che ha finalizzato al meglio”.

Grande soddisfazione anche per Caruso: “E’ incredibile quello che sto provando. Sono state tre settimane piene di emozioni, un mix incredibile. Mi ritrovo qui, secondo, chi l’avrebbe mai pensato. La cronometro l’ho fatta forte, è sempre meglio farla da concentrati. Non ho mai preso rischi in curva, poi me la sono goduta nell’ultimo chilometro”, ha spiegato il siciliano che si è meritato gli elogi del ct Davide Cassani, che gli ha annunciato una maglia per Tokyo. “L’azzurro chiama? E io devo rispondere”, ha commentato Caruso. “Raccoglierò volentieri la convocazione, però ci voglio pensare da domani. Ora voglio godermi cosa ho fatto in queste tre settimane, tra qualche giorno riordinerò le idee e focalizzerò il nuovo obiettivo”.

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