Medaglia di bronzo individuale e argento a squadre nel fioretto, l'atleta commenta con amarezza a LaPresse la mancata convocazione nella gara con l'altra arma

"Sono molto contenta di questi Mondiali, sono undici anni che riesco sempre a portare a casa una medaglia sia individuale che a squadre. Il bilancio è positivo, ma allo stesso tempo oggi mi sarebbe piaciuto essere in pedana anche nella sciabola". Così Arianna Errigo, medaglia di bronzo individuale e argento a squadre nel fioretto ai Mondiali, commenta con amarezza all'Agenzia LaPresse la mancata convocazione anche per la gara di sciabola in corso oggi. "Avevo i risultati e il ranking per fare entrambe le gare, è un grandissimo dispiacere che non meritavo. Mi attendo una risposta sul perché non è stato possibile", ha aggiunto l'azzurra.

Alla domanda se crede ancora a poter gareggiare nelle due armi a Tokyo 2020, Errigo replica: "Certo, bisogna crederci sempre. La salita si è fatta più intensa però bisogna lottare fino alla fine". In merito a questa richiesta Cesare Di Cintio, legale dell'azzurra, ha dichiarato: "Ad oggi la Giunta del CONI non ci ha ancora dato un riscontro alla nostra richiesta. Percorreremo tutte le vie interne e internazionali per far riconoscere il diritto di Arianna: il problema è che nessuno si prende la briga di decidere, ma allo stesso tempo non c'è una norma che impedisce all'atleta di competere nelle due armi. Siamo pronti a rivolgerci fino alla Corte Europea, anche se è ancora prematuro. Non è escluso anche un ritorno al TAS".

Di Cintio, esperto di diritto sportivo, si chiede ancora "come è possibile che Arianna è la numero 4 al Mondo nella sciabola e non trova spazio nella nazionale italiana. Mi auguro che entro ottobre (quando riprenderà la stagione della scherma, ndr) qualcuno ci dia delle risposte. Il problema oggi è che lo sport è impregnato di politica".

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