Nella staffetta mista mista un quinto posto finale che lascia qualche rimpianto

A tre centesimi da una clamorosa doppietta. Nicolò Martinenghi non concede il bis nei 50 rana dopo lo splendido successo nei 100 ma si mette al collo comunque una splendida medaglia d’argento, in un’altra giornata positiva per l’Italia ai Mondiali di nuoto di Budapest. ‘Tetè finisce nella morsa dei due americani e questa volta il tocco più veloce è quello di Nic Fink, mentre Michael Andrea conquista il bronzo. Quinto l’altro azzurro in finale Simone Cerasuolo. Nella staffetta mista mista che ha chiuso il programma Thomas Ceccon e lo stesso Martinenghi, grandi protagonisti in questa rassegna iridata, hanno proiettato l’Italia in zona medaglia, ma Elena Di Liddo e Silvia Di Pietro hanno poi subito il ritorno delle altre nazioni per un quinto posto finale che lascia qualche rimpianto.

Delusione invece negli 800 stile libero, che dopo due edizioni iridate non vedono più l’Italia sul gradino più alto del podio. Gregorio Paltrinieri, campione uscente col record europeo di 7’39″27 nuotato a Gwangju 2019, non va oltre il quarto posto in una gara tirata fino all’ultima vasca. Il campione olimpico Bobby Finke trionfa con una strepitosa rimonta davanti al tedesco Florian Wellbrock e all’ucraino Mykhailo Romanchuk, crollato nel finale dopo aver condotto per tre quarti di gara. Non è mai stato in corsa per una medaglia invece Gabriele Detti, sesto in 7’47″75.

“È stata una gara molto veloce; non potevo fare di più – ammette Greg – Ho provato a cambiare ritmo, a strappare ai 600 metri, ma gli altri non hanno mollato e nell’ultimo 100 se ne sono andati – ha aggiunto – In questo momento loro sono i più forti. Ora resetto e rilancio per i 1500 anche se so che sarà dura. Io ci proverò come sempre dando il massimo”. Arriva un’altra gioia invece dal nuoto sincronizzato: il team tech ha vinto il bronzo con 91.0191 punti (27.3000 per l’esecuzione, 27.5000 per l’impressione artistica e 36.2191 per gli elementi) dietro soltanto alla Cina, già vice campionessa mondiale in Corea, e al Giappone, che a Gwangju era finito quarto. E’ la medaglia numero 11 dell’Italia del sincro ai campionati del mondo, la prima con la squadra, e va ad eguagliare il numero di metalli pregiati conquistati nell’edizione precedente. Con quattro giornate di gare ancora in programma, c’è ampio margine per migliorare questo record. 

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