Il bilancio dell'edizione dei Giochi. Il risultato azzurro in netta crescita rispetto alle ultime due edizioni sotto tono

Non poteva che essere la regina del fondo da oltre dieci anni a questa parte a regalare alla Norvegia il primato nel medagliere ai Giochi Olimpici di PyeongChang, in un appassionante testa a testa con la Germania durato fino all'ultimo giorno.

Marit Bjoergen domina la 30 km di fondo femminile a tecnica classica e scrive l'ennesima pagina di storia dello sport: otto ori olimpici in carriera – eguagliati i connazionali Einar Bjoerndalen e Bjoern Daehlie – e 15° podio assoluto ai Giochi, che le consente di migliorare il primato che già le apparteneva come atleta più medagliata di sempre alle Olimpiadi Invernali.

Un viaggio iniziato a Salt Lake City nel 2002, con l'argento in staffetta, e che si chiude a PyeongChang, oltre quindici anni dopo, con la ciliegina sulla torta della premiazione finale all'interno dello stadio Olimpico per la cerimonia di chiusura. "Quando mi volto indietro e vedo quelli che ho fatto penso sia incredibile – ha raccontato la 37enne norvegese – E' stata una grande carriera per me, questa è stata la mia ultima Olimpiade e finire in questo modo è meraviglioso".

Il successo di Bjoergen, che ha dominato la propria gara davanti alla finlandese Krista Parmakoski e alla svedese Stina Nilsson, staccate quasi di due minuti, ha però un valore doppio. Proprio nell'ultima gara del programma olimpico infatti la Norvegia aggancia la Germania nel numero di ori (14) sopravanzandola nel medagliere in virtù dei maggiori argenti conquistati (14 contro 10).

E dire che neanche un'ora prima il team tedesco aveva sprecato l'opportunità di chiudere ogni discorso perdendo all'overtime contro la Russia, presente come Oar, atleti neutrali russi, la finale di hockey su ghiaccio maschile con il punteggio di 4-3.

L'ultima giornata di gare non regala podi né sussulti all'Italia, che chiude così la propria avventura a cinque cerchi al 12° posto, con 3 ori, 2 argenti e 5 bronzi. In linea con l'obiettivo prefissato dal Coni e in netta crescita rispetto alle ultime due edizioni sotto tono a Vancouver e Sochi. Ed è proprio dai risultati ottenuti in Corea che parte la strada che porta a Pechino 2022. 

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