"L'unica sentenza equa doveva essere l'archiviazione perché Alex non si è mai dopato"

 "Questa sentenza che squalifica Schwazer per otto anni si può definire un ergastolo sportivo? Ma fossero stati anche due anni sarebbe stata la stessa cosa per noi. L'unica sentenza equa doveva essere l'archiviazione perché Alex non si è mai dopato, è una sentenza costruita e gli indizi sono una montagna". Lo ha detto il tecnico del marciatore azzurro Sandro Donati commentando la sentenza del Tas che ha escluso Alex Schwazer dai Giochi Olimpici di Rio de Janeiro. "Semplicemente noi non abbiamo una telecamera che riprende chi ha manipolato tutto. Vorrei vedere chi può ricostruire una faccenda che ti comunicano con 6 mesi di ritardo: perché noi abbiamo ricevuto la positività il 21 giugno e le analisi erano state fatte il primo gennaio – ha ricordato in un'intervista ai microfoni di Premium Sport – A quel punto non abbiamo potuto far altro che ricostruire tutto l'insieme trovando molti punti oscuri".

 A chi gli chiede se quello nei confronti di Schwazer sia stato un 'delitto perfetto', l'allenatore di atletica risponde di aver parlato "di delitto sportivo, non credo sia stato perfetto perché stanno già emergendo parecchi punti deboli. Uno è emerso anche durante questa conferenza stampa perché uno dei giornalisti presenti si è ricordato di una strana coincidenza temporale molto grave e questa cosa andrà approfondita – ha evidenzito – Qui si tratta di mettere insieme, con pazienza, tutti i pezzi del puzzle e poi però non farli giudicare da un organismo di giustizia sportiva che segue delle regole particolari e tutt'altro che neutrali, ma dalla giustizia ordinaria", ha concluso Donati.

 

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