Era ricoverato all'Hospice del Gemelli Medical Center

Lutto nel mondo del cinema e della televisione. È morto al Policlinico Gemelli di Roma all’età di 87 anni Lando Buzzanca, attore siciliano già alle prese con una malattia invalidante che lo aveva colpito nel 2021 e che lo aveva costretto a vivere su una sedia a rotelle. Le sue condizioni di salute si erano aggravate da più di un mese, quando era stato ricoverato in ospedale in seguito a una caduta dello scorso novembre. Nato a Palermo nel 1935 da una famiglia di attori, si è trasferito a Roma all’età di 17 anni per frequentare corsi di recitazione all’Accademia Sharoff, di cui è poi diventato presidente onorario. Dopo una serie di film in cui svolto il ruolo di comparsa, compreso il capolavoro Ben-Hur (dove ha interpretato il ruolo di uno schiavo) ha esordito al cinema nel 1961 sotto la guida di Pietro Germi in ‘Divorzio all’italiana’ e ‘Sedotta e abbandonata’. Nel 1964 ha preso parte a ‘Senza sole né luna’ di Luciano Ricci, film drammatico che raccontava la vita dei minatori durante gli ultimi mesi di scavo per il traforo del Monte Bianco. Agli inizi della sua carriera si ritrova spesso a interpretare il ruolo stereotipato di ‘maschio siciliano’ sciupafemmine e amante delle donne, etichetta di cui non riuscirà mai a liberarsi nel tutto.

La critica non lo apprezza, inserendolo nella categoria di attore di film di serie B, ma Buzzanca riesce a far breccia nel cuore del pubblico grazie alla sua ironia e alla sua spontaneità. Nel 1970 sbarca in televisione con il varietà ‘Signore e signora’ (insieme a Delia Scala) riscuotendo un enorme successo. La sua battuta ‘mi vien che ridere’ rimarrà un tormentone ricordato e ripetuto dal pubblico per anni. Sull’onda di questa popolarità viene notato a livello internazionale dopo il film ‘Il Merlo Maschio’, commedia sexy all’italiana diretta da Pasquale Festa Campanili. Negli anni successivi si ritrova quindi a girare sul set accanto a famose attrici del calibro di Claudia Cardinale, Catherine Spaak, Barbara Bouchet, Senta Berger e Joan Collins. A metà degli anni ’70 i suoi impegni cinematografici iniziano a diminuire dal momento che l’attore siciliano non riesce ad adattarsi all’evoluzione della commedia sexy all’italiana, che renderà celebri Alvaro Vitali, Edwige Fenech e Gloria Guida. Buzzanca virerà sulla radio dove sarà protagonista di ‘Gran varietà’ con il grottesco ‘Buzzanco’, erede del personaggio televisivo nato con ‘Signore e signora’. Dopo alcuni anni di impegno nel teatro, nel 2005 fa ritorno in televisione nella fiction ‘Mio figlio’, in cui interpreta il ruolo di padre di un ragazzo omosessuale. La serie si rivela un successo al punto che cinque anni più tardi arriverà il sequel ‘Io e mio figlio – Nuove storie per il commissario Vivaldi’. In quegli anni Buzzanca vive una seconda carriera e recita anche nel film ‘I Vicerè’ di Roberto Faenza, per il quale viene candidato al David di Donatello come miglior attore protagonista e vince il Globo d’oro al miglior attore. Nel 2012 prende parte alla serie ‘Il restauratore’, che ottiene un ottimo riscontro a livello di pubblico (con più di sei milioni di spettatori) che porta alla realizzazione di una seconda stagione due anni dopo. Il suo ultimo lavoro risale al 2017, anno in cui compare nel film ‘Chi salverà le rose?’ di Cesare Furesi, al fianco di Carlo Delle Piane, nel quale i due interpretano una coppia di anziani omosessuali.  Partecipa anche a Ballando con le Stelle.

“Con la morte di Lando Buzzanca se ne va un pezzo di storia del cinema. Ha rappresentato Palermo nel mondo dello spettacolo, facendo ridere ed emozionare. È stato un attore versatile, sapendosi districare con maestria tra ruoli comici e drammatici, tra cinema e teatro. Ai suoi familiari rivolgo la vicinanza e il cordoglio di tutta l’amministrazione comunale”, ha detto il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, appresa la notizia della morte di Lando Buzzanca.

 


“La maschera di Lando Buzzanca – prosegue l’assessore alle Politiche culturali Giampiero Cannella – ha portato in alto i valori della cultura palermitana. I suoi film hanno abbracciato il gradimento di una vasta platea di pubblico in Italia e ancora oggi alcune pellicole di cui è stato protagonista sono dei veri e propri cult. Ai suoi cari rivolgo tutto il mio cordoglio”.

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