L'attrice a LaPresse: "Ho avuto la fortuna di lavorare con grandi registi, da Vanzina a Pupi Avati"

Lucia Rossi nel film ‘Il punto di rugiada’ di Marco Risi è una infermiera che si occupa di inserire due giovani, Carlo e Manuel, all’interno di una casa anziani. Il primo dei due ragazzi deve scontare un anno di lavori socialmente utili a causa di un incidente provocato quando era ubriaco, il secondo giovane invece è uno spacciatore colto in flagrante.
 
“Il mio compito è di cercare di farli redimere all’interno di un mondo a loro sconosciuto, quello degli anziani”, sottolinea Lucia Rossi a LaPresse. “Il rapporto tra giovani e anziani – prosegue l’attrice –  è un argomento molto attuale perché i giovani oggi non hanno delle guide e spesso non sanno quanto siano ancora importanti anche per un’educazione sociale e sentimentale. Non esiste più questo rapporto e infatti vige il ‘non rispetto’. Oramai è diventato normale non rispettare le persone. Basta guardare la società come sta andando. Purtroppo i ragazzi di oggi non sono più abituati ai ‘no’ e ciò è terribile. Io da ragazza ne ho presi tanti di ‘no’ e anche se all’inizio dicevo ‘che strazio’ adesso dico e apprezzo quanto i ‘no’ siano stati fondamentali per crescere. E se vedi il disagio che c’è in giro dici li apprezzi ancora di più”.
 
Lucia Rossi sotto la regia di Marco Risi è alla terza esperienza cinematografica. “Ho avuto la fortuna di lavorare con grandi registi“, ricorda l’attrice. “Di Carlo Vanzina, che ho avuto il piacere di conoscere in ‘Ex amici come prima!’, il ricordo che ho è l’estrema gentilezza che aveva nel rapportarsi con gli attori, lui era sempre gentile con tutti. Con Pupi Avati ho lavorato sia in una pubblicità sia in parti piccole nel film ‘Un ragazzo d’oro’. Ricordo che la sua attenzione ai dettagli, persona che con il suo modo di fare ti fa capire quanto tenga al lavoro. Conosco molto bene e di più Marco Risi. Camaleontico, uno che ti travolge e ti proietta in quello che vuole, ho fatto tre film con lui: una piccola cosa in ‘Tre Tocchi’ dove ci siamo conosciuti, poi la serie sul terremoto dell’Aquila su Rai1 e ora in ‘Il punto di rugiada’ mi è capitato questo ruolo importante per un’attrice”, sottolinea inoltre Rossi.
 
Il cinema ti permette di andare a fondo nel ruolo, un po’ come il teatro, mentre le serie tv sono molto più veloci. Il mio personaggio, in un ruolo di donna, può avere più sfaccettature e consente di lavorare su due registri diversi: con gli anziani in un modo, con i giovani in un altro. E poi anche lei nasconde e protegge qualcosa, ma questo si scoprirà guardando il film. Il mio è un bellissimo personaggio, al cinema è il mio ruolo più importante. Nelle serie tv non ho avuto tanti ruoli da protagonista, sono apparsa sempre in divisa chissà perché. Sono la donna delle divise. O da carabiniere, o da biologa, o da infermiere. Inconsapevolmente forse perché vengo da una famiglia di medici, chissà”, spiega l’attrice. 
 
“Mi piacerebbe interpretare personaggi storici come Giovanna d’Arco -racconta Lucia Rossi-. Amo i film in costume con protagoniste delle donne coraggiose. In Italia spesso ti danno ruoli in base al ‘physique du rôle’, al carattere e alle caratteristiche. Un ruolo da eroina mi piacerebbe proprio farlo. Sogniamo dai…”.”Quali sono i miei film preferiti? Dipende cosa mi offre il cinema. Io adoro Kubrick, Tarantino, come mi piace molto la scrittura di Woody Allen. Tuttavia secondo me il cinema italiano non ha nulla da invidiare agli altri film. Dovremmo però custodire di più i nostri talenti e proteggerli maggiormente. Forse è proprio questo che non facciamo in Italia. Da noi invece fai una cosa bella e va bene, ma se una o due volte vai meno bene già non ti proteggono più. Non tutte le ciambelle vengono col buco e tutti possiamo sbagliare. Proteggere un artista è fondamentale, invece in Italia li proteggiamo o dopo la morte perché li ricordiamo oppure devi dimostrare sempre tanto tanto tanto e questo è un po’ triste. Negli altri paesi non è proprio così”.  
 

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