La scritta 'Pensati libera' stampata sull'abito della co-conduttrice della prima serata è dell'artista cicatrici.nere

“Non intende accusare Chiara Ferragni o Claire Fontaine di aver commesso illeciti” né “pubblicizzare la proprietà della sua opera” nonostante “non sia pervenuta alcuna smentita sulla paternità dell’opera”. Ha atteso quasi 72 ore lo street artist ‘cicratrici.nere’ per dire la sua rispetto all’abito manifesto’ indossato da Chiara Ferragni nella prima serata del Festival di Sanremo con il messaggio ‘Pensati Libera’.

Sin dalle prime ore è montata la polemica sui social, a partire da Instagram per la reale paternità dell’opera. La direttrice creativa di Dior che ha vestito l’imprenditrice e influencer, Maria Grazia Chiuri, ha parlato sul suo profilo di un’immagine tratta da una foto scattata su un muro di Genova dal duo artistico Claire Fontaine, fondato a Parigi nel 2004, e che oggi vive e lavora a Palermo. Nell’immediato, decine di utenti hanno smentito questa versione parlando di un’opera dello street artist ‘cicatrici.nere’ di Bologna che già in passato ha pubblicato e tatuato lo stesso identico messaggio con la stessa grafia.

Ora l’artista – che vuole rimanere anonimo ed essere conosciuto solo con lo pseudonimo – si è affidato a un legale per far conoscere la sua posizione. Vuole “prendere le distanze dalla sterile polemica virale e dalla mercificazione e snaturalizzazione di un atto di volontà e di libertà che mai avrebbe voluto divenisse uno slogan, un manifesto o un prodotto da commercializzare”, fa sapere l’avvocato Carmina Pascale, ma non intraprenderà azioni legali”.

“I fiori che si amano si lasciano dove sono – afferma lo street artist in un messaggio affidato al suo avvocato – È stato strappato il mio fiore più bello. Certo è stato mostrato a milioni di persone, ma in una modalità che ricorda gli animali rari rinchiusi in uno zoo: sradicato dal suo reale contesto, ora non può che appassire o venire imbalsamato”.

“Certo che sia Chiara Ferragni che Claire Fontaine sicuramente comprendano e apprezzino il pensiero che l’autore, ancora una volta da ‘anonimo’ – conclude l’avvocato – ha dovuto, suo malgrado e senza alcuna pretesa di polemica, manifestare, in attesa di una rettifica o precisazione da parte dei diretti interessati sull’errata attribuzione del pensiero e dell’opera, il mio assistito chiede ai lettori, ai commentatori e alla stampa di astenersi dall’indagare sulla sua identità, che intende proteggere e non divulgare, perché l’opera è e deve rimanere solo dell’artista cicatrici.nere.

Street artist ‘Pensati Libera’: “Mio messaggio è anti-marketing”

Un messaggio “indossato come una pelliccia al fine di innalzare il già vertiginoso status di qualcuno”. Non si tratta di una “banale e volgare rivendicazione di una mia opera, ma di una dichiarazione di indipendenza dall’industria del marketing”. È quanto fa sapere lo street artist bolognese ‘cicatrici.nere’ autore del messaggio ‘Pensati Libera’ a cui si sarebbe ispirata Dior e il collettivo artistico di Claire Fontaine per disegnare l’abito ‘manifesto’ indossato da Chiara Ferragni la prima sera del Festival di Sanremo. L’artista, che ha chiesto di rimanere anonimo, si è affidato all’avvocato Carmina Pascale del Foro di Arezzo per replicare alle polemiche montate nelle ore e nei giorni successivi alla serata inaugurale del festival della canzone italiana.
“Pensati libero rende immediatamente visibili i muri della prigione intorno a noi – fa sapere l’artista che proprio sui muri di Bologna, Genova e altre città ha inciso il suo messaggio anni fa – e lo ha fatto anche questa volta, mostrando come nulla si salvi da un meccanismo affamato che ‘pensati libera’ non voleva nutrire, ma anzi combattere”.

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