I 28 artisti in gara si esibiranno nei duetti. Sul palco anche Carla Bruni. Premio alla carriera a Peppino Di Capri

Marco Mengoni vince la serata delle cover con ‘Let it be’, cantata con il Kingdom Choir. Al secondo posto Ultimo, al terzo Lazza, al quarto Giorgia, al quinto posto Mr Rain.  La quarta serata di Sanremo, quella dei duetti, ha visto esibirsi i 28 artisti in gara al fianco di altrettanti artisti con delle cover dei più grandi successi dal 1960 al 2009. Le performance sono state poi votate con un sistema misto che prevede televoto, giornalisti e giuria demoscopica. Madrina della puntata è stata Chiara Francini che ha affiancato Amadeus e Gianni Morandi sul palco del teatro Ariston.

Dopo serata duetti in testa sempre Mengoni 

Dopo la quarta serata, dedicata alle cover e ai duetti, resta in testa alla classifica generale del 73esimo Festival di Sanremo Marco Mengoni, che ha vinto anche questa serata con ‘Let it be’ cantata con il Kingdom Choir. Dietro di lui Ultimo e Lazza. Ecco la classifica generale:1. Marco Mengoni2. Ultimo3. Lazza4. Mr Rain5. Giorgia6. Tananai7. Madame8. Rosa Chemical9. Elodie10. Colapesce e Dimartino11. Gianluca Grignani12. Coma_Cose13. Modà14. Articolo 3115. LDA16. Leo Gassmann17. Paola e Chiara18. Ariete19. Mara Sattei20. Colla Zio21. gIANMARIA22. Cugini di Campagna23. Levante24. Olly25. Anna Oxa26. Will27. Shari28. Sethu 

Francini su maternità: “Lettera a figlio ‘ci sei sempre stato'”

“Arriva un momento della vita in cui è chiaro che sei diventato grande: quando hai un figlio”. Comincia così il monologo di Chiara Francini, co-conduttrice della quarta serata del Festival di Sanremo, sul palco dell’Ariston. Un monologo dedicato alla maternità, in diverse sfaccettature. “Ora, io, Chiara, un figlio non ce l’ho, però credo sia una cosa dopo la quale non c’è dubbio non potrai più essere più giovane come lo eri a sedici anni, col motorino, la discoteca e il liceo. E arriva un momento, nella vita, in cui tutti intorno a te cominciano a figliare. È una valanga.Ma… inizia sempre da una che lo sapevi sarebbe diventata mamma prima di tutti. Nel mio caso, la Lucia.C’è stato un giorno, qualche anno dopo il liceo, che la Lucia mi ha chiesto di vederci. Eravamo sedute al bar della piscina, lei era tutta emozionata e a un certo punto, con una faccia che non le avevo mai visto mi fa: “ODDIOOOOO!!! Finalmente posso dirtelo! Sono incinta!” Incinta. Quando qualcuno ti dice che è incinta e tu non lo sei mai stata, non sai mai che faccia fare.Quando qualcuna ti dice che è incinta e tu non lo sei mai stata c’è come qualcosa che ti esplode dentro. Un buco che ti si apre, in mezzo agli organi vitali, una specie di paura, stordimento, e, mentre accade tutto questo, tu devi festeggiare, perché la gente incinta è violenta e vuole solo essere festeggiata. E non c’è spazio per il tuo dolore, per la tua solitudine. Tu devi festeggiare”.

– “Come l’albero di Natale che tengo acceso tutto l’anno in salotto, un albero di Natale – prosegue Francini – assolutamente insensato che continua ad accendere le sue lucine, anche a luglio, fuori tempo massimo. Una festa continua senza nessuna natività. E io ho festeggiato.”Ma Lucia, ma è bellissimo!”…E poi, non sapere più cosa dire. Ed era solo l’inizio, perché di lì a poco mi sembrava che tutti intorno a me avessero avuto, stessero avendo, avrebbero avuto un figlio.Passeggini, passeggini ovunque.Un esercito di donne coi capelli corti e uomini stempiati con la panza che spingono passeggini con dentro neonati mostruosi e pieni di amore.E io, io che continuavo a fare le mie cose sempre meglio, sempre guadagnandoci di più, con sempre più persone che mi guardavano e mi amavano. E poi. E poi a un certo punto io mi sono accorta che il tempo passava e che se non mi sbrigavo io, forse, un figlio non lo avrei mai avuto. E se anche mi sbrigavo, poi, non era mica detto. Perché anche quando ti decidi che è il momento giusto poi, magari, il corpo ti fa il dito medio e tu, allora, rimani col dubbio di aver sbagliato, di aver aspettato troppo, di essere una fallita.A noi donne il senso di colpa ci rimbomba dentro, come un eco.Lo poppiamo fin dal primo vagito. E senza ruttino.La parte più difficile di fare un figlio è immaginarlo. Immaginarsi come sarà.E se non mi sta simpatico? E se poi non condivido niente di quello che fa nella sua vita? E se viene troppo diverso da me? Nel mio caso certo che verrà diverso da me! Ma come faccio con te, bambino? Ancora non ti conosco, ancora non so nemmeno se nasci, se ci riesco a farti nascere, che già non ci capiamo.Essere figlio di una madre come me ti causerà solo dei problemi. Se sarai maschio io so e, quasi spero, che sarai gay e t’amerò così tanto. Però forse preferirei non lo fossi, perché sarà più difficile e io vorrei che per te fosse facile.Per favore non essere stupido. Vienimi su brillante, con la battuta pronta. Odia, odia, odia ciò che si deve odiare, perché è con quello che si fa tutto. Non è vero che si fa con l’amore. Sì, con l’amore si fanno delle cose, ma il grosso si fa con quell’odio lì. Profondo, viscerale, instancabile.Non essere, ti prego, una di quelle creature indifese, troppo buone. Perché poi dovrei cercare di difenderti tutto il tempo. E c’è il rischio che tu venga su meno capace di guardare, di camminare. Io vorrei fare come mia madre che non mi ha mai preso nel suo lettone.Piangerai nel tuo letto. Spero di avere la forza di lasciarti piangere. Non devo essere debole”.

“Ma lo vedi come parlo? Sembra che tutto dipenda da me, come se tu – prosegue l’attrice – non esistessi già da prima di esistere. Io da qualche parte penso di essere una donna di merda perché non so cucinare, perché non mi sono sposata e perché non ho avuto figli. Razionalmente so che va bene così, ma da qualche parte, dentro di me, c’è questa voce, esiste, e io, alla fine, penso che abbia ragione lei, che io sia sbagliata.E io già lo so, bambino, tu mi porterai via tutta la creatività, la luce, resterai solo tu al centro della scena e io sarò una semplice comparsa e poi diventerò grande e poi vecchia e non potrò più fare finta che il tempo non stia passando, perché ci sarai sempre tu, lì, a ricordarmi in ogni momento che la mia gioventù è finita. E penso che mi renderai così felice, che poi non potrai mai rendermi davvero così felice, perché è così che funzionano le cose della vita: non sono mai come te le eri aspettate.E io ti aspetto e ti desidero così tanto che sarai per forza una delusione. Ma come parlo…? Ma che madre sono? Non sono una madre, intanto… Da dove mi viene tutto questo? Quanto mi è costato diventare come sono? Quanto costerà a te?E in mezzo a tutto questo bisogno di arrivare, in mezzo a tutta questa rabbia, a questo amore, io, ora, non so dove metterti.O, forse, sei proprio tu che non vuoi venire da me, perché credi che io mi sia dimenticata di te, che io mi sia dimenticata della vita. Perché avevo troppo da fare.Ma io volevo solo essere brava, io volevo solo essere preparata, io volevo che tu fossi fiero di me.Anche se ancora non ci sei.Forse, perché ci sei sempre stato”.

Fiorello su pacco sospetto: “Erano trucchi Rosa Chemical”

“Hanno trovato qui a 500 metri dall’Ariston credo dei proiettili, ma gli artificieri hanno esaminato, è tutto a posto”. Lo ha detto il direttore artistico del Festival di Sanremo, Amadeus, in collegamento con Fiorello, che subito ha sdrammatizzato: “Era la borsa dei trucchi di Rosa Chemical, fidati”.

Mara Sattei canta con Noemi ‘L’amour toujours’ e saluta Gigi D’Agostino

“Volevamo salutare Gigi D’Agostino e mandargli un grande abbraccio, e ringraziarlo per la sua musica”. Così Mara Sattei ha dedicato un pensiero dal palco dell’Ariston al dj, che recentemente ha avuto problemi di salute, dopo aver cantato con Noemi il suo successo ‘L’amour toujours’.

Madame aggiunge una strofa inedita a ‘Via del campo’

Nella serata dedicata alle cover, Madame interpreta insieme ad Izi “Via del Campo” di Fabrizio De André. La cantautrice scrive una strofa inedita -con l’approvazione degli autori- che chiude il brano: “Signori della giuria delle corti della giustizia guardate in basso a noi i serpenti di Eva. Grandi professori dai grassi polsi diamantati guardatemi negli occhi e beneditemi.Signori della platea ai piedi della mia croce scagliate la prima pietra se non siete peccatori. Per chi ha la faccia pulita ma il cuore nell’errore, fuori dalla mia vita voglio amore voglio amore”.

Madame lega così la narrazione della cover al brano in gara “Il bene nel male”. Madame racconta le storie degli ignorati e dei dimenticati. Riferendosi in prima persona a Fabrizio De André, nell’anniversario della sua morte, Madame ha scritto sui suoi canali social: “La tua magia sta nel prestare la tua voce, il tuo genio, le tue parole e le tue musiche a persone di tutto il mondo che la voce non l’hanno avuta. Dalla parte degli ignorati, degli ultimi, di quelli di cui ho sempre fatto parte e sempre ne farò”. 

Sarkozy all’Ariston segue esibizione Carla Bruni 

L’ex presidente francese Nicolas Sarkozy ha accompagnato all’Ariston la moglie, Carla Bruni, e ha seguito la sua esibizione. L’indiscrezione, che circolava in sala stampa ed era stata anticipata da Dagospia, è stata confermata da fonti Rai.

Standing ovation per Giorgia ed Elisa 

Lungo applauso e standing ovation per Giorgia ed Elisa che hanno cantato insieme, sul palco dell’Ariston, ‘Luce’ e ‘Di Sole e d’Azzurro’. Al termine dell’esibizione Giorgia ha regalato ad Amadeus una calamita di Sanremo dicendo “Viene da Ciuri” e ammettendo: “È un patetico tentativo di collezionare punti alternativi” per il Fantasanremo. 

Articolo 31 con Fedez al grido di “Giorgia, legalizzala”

Gli Articolo 31 cantano con Fedez sul palco dell’Ariston un medley dei loro più grandi successi e tutti e tre insieme a un certo punto esplodono nel grido “Giorgia, legalizzala!”, rivolti provocatoriamente alla premier, Giorgia Meloni.

Amadeus ricorda tragedia foibe: “Fa riflettere su valore verità”

“Il 10 febbraio, come sapete, è la giornata del Ricordo, istituita per tenere viva la memoria di una delle pagine più tragiche della nostra storia: l’eccidio di migliaia di nostri connazionali gettati nelle foibe dalle milizie del Maresciallo Tito e l’esilio di centinaia di migliaia di italiani costretti a lasciare la loro terra e i loro averi. Una vicenda a lungo dimenticata che appartiene all’epoca oscura delle dittature e ci fa riflettere sul valore della Memoria e soprattutto della verità.Perché la libertà non si conquista dimenticando o rimuovendo, ma ricordando. Sempre”. Con queste parole di Amadeus si è concluso il ricordo della tragedia delle foibe sul palco dell’Ariston. Un momento che era cominciato con il direttore artistico seduto tra il pubblico: “Sono qui in mezzo al pubblico, perché vorrei condividere queste parole con voi, perché riguarda tutti noi italiani”, ha detto Amadeus, leggendo le parole di Egea Haffner raccolte nel libro di Gigliola Alvisi ‘La bambina con la valigia’, “che è una delle testimonianze più autentiche della tragedia vissuta da migliaia di italiani di Istria, Dalmazia e Venezia Giulia nel Dopoguerra”.

“La sera del quattro maggio – ha letto Amadeus – mamma stava trafficando ai fornelli, papà era appena tornato dalla gioielleria e si stava lavando prima di sedersi a tavola. Poi, ecco tre colpi imperiosi alla porta. Io ero già a letto o forse ero rimasta a dormire da nonna Maria, non l’ho mai saputo, ma ho immaginato tante volte la scena. Quella visita a un’ora così inconsueta poteva significare una sola cosa: l’arrivo della polizia del maresciallo Tito, i Titini! Sono qui, cos’è successo? – chiese mio padre. Niente, solo un controllo. Risposero. Deve seguirci al comando. – Devo portare qualcosa? – chiese ancora mio padre, forse solo per guadagnare un po’ di tempo. – No, è solo un controllo. Papà indossò la giacca e raccomandò alla moglie di non preoccuparsi e di badare a me che tanto si sarebbero visti dopo poco, pochissimo… oppure fu trascinato via senza avere il tempo di trovare una sola parola speciale per quell’addio. Che importanza ha, in fondo? Quella fu l’ultima volta che mia madre lo vide. Le donne della mia famiglia pregarono e sperarono: Che mio padre venisse rilasciato perché non aveva mai fatto nulla di male ai partigiani slavi che ora spadroneggiavano in città. Che fosse stato portato in un campo di prigionia, anche lontano, non importava, perché così prima o poi avrebbe fatto avere notizie di sé tramite la Croce Rossa Internazionale. Pregarono e sperarono. L’altra ipotesi che temevano, infatti, oscurava la vista e rallentava il cuore fino a fargli perdere un battito: foibe”.

Arisa prova a far cantare Coletta su note ‘Destinazione paradiso’ 

Spettacolare esibizione di Gianluca Grignani con Arisa nella serata dei duetti al Festival di Sanremo sulle note di ‘Destinazione Paradiso’. I due hanno cantato lo storico successo di Grignani, facendo alzare tutto il pubblico e scendendo in platea, dove Arisa ha provato anche a far cantare il direttore Intrattenimento Prime Time della Rai, Stefano Coletta. 

Entusiasmo per primi duetti, Eros dimentica parole 

“Tananai bello come il sole”. Così Biagio Antonacci, ospite di Tananai per il duetto sulle note di ‘Vorrei cantare come Biagio’, con Don Joe, ‘benedice’ il suo compagno di esibizione. Tanti i ‘mostri sacri’ sul palco, come Eros Ramazzotti, che riceve un grande tributo dal pubblico ed è protagonista di un fuoriprogramma, dimenticando le parole all’inizio di un brano del medley cantato con Ultimo, che gli viene in soccorso. “È l’emozione”, dice Eros. Grande ritmo su ‘La notte vola’, con una strepitosa Lorella Cuccarini ad accompagnare Olly, mentre Michele Zarrillo canta con Will e al termine dell’esibizione dice: “Posso dire una cosa di cui mi assumo la responsabilità? Noi dobbiamo avere paura quando la libertà, i diritti civili e i diritti umani non vengono difesi”.

Chiara Francini ‘spunta’ dalla platea: “Io umile per quelle scale”

Gag di Amadeus con la co-conduttrice della quarta serata, Chiara Francini. La annuncia due volte ma lei non spunta dalla scalinata. Poi lo chiama dalla platea, e alla richiesta di spiegazioni di Amadeus spiega: “Mi godo il Festival, lei e il sor Gianni siete spassosissimi. Io sono una ragazza umile, vengo dalla provincia, da Campi Bisenzio, sinceramente preferirei restare qui per ora, con umiltà. Ma lei ha idea dei piedi che sono passati su quella scala in 73 anni? Io invece di scendere preferirei salire“. Il conduttore le dà l’ok e lei scherza: “Mamma, puoi iniziare a registrare da ora”.

Standing ovation Ariston per Peppino di Capri che canta ‘Champagne’ 

Peppino di Capri, super ospite della quarta serata del Festival di Sanremo, è comparso dietro il sipario seduto al pianoforte ed è stato accolto da una standing ovation del pubblico dell’Ariston. Poi ha cantato ‘Champagne‘, accompagnato sul finale anche da Amadeus e Gianni Morandi, e ha ricevuto un’altra standing ovation. Amadeus ha ricordato a di Capri che ha partecipato 15 volte al Festival, vincendolo per due volte. “Ma la mia canzone preferita è ‘Un grande amore e niente più'”, ha detto l’artista accennando poi un pezzo del brano. Infine ha ricevuto il Premio Città di Sanremo dalle mani del sindaco, Alberto Biancheri. “Era tempo che aspettavo questo momento ed è arrivato, meglio tardi che mai“, ha concluso Peppino di Capri salutando il pubblico.

Morandi sul palco in tenuta da jogging

Una partenza sprint per la quarta serata, a salutare il pubblico Amadeus con Gianni Morandi vestito da jogging. Amadeus spiega: “Lui è così, va sempre di corsa”, poi si fa dare una giacca e gliela fa indossare, scherzando: “Questi sono 100 punti al Fantamorandi che ho appena guadagnato”. Il direttore artistico spiega il sistema di voto e dà il via alla gara con Ariete e Sangiovanni che cantano ‘Centro di gravità permanente’.

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