Di Elena Andreasi

Torino, 29 nov. (LaPresse) – Da un paesaggio piovoso, grigio, cittadino, dove i rapporti umani sono difficili e asettici, a una realtà fatta di colori, musica, personaggi originali, dove le relazioni e le emozioni uniscono tutto, sono le uniche cose importanti di cui prendersi cura. Ancora una volta il Cirque du Soleil, con lo spettacolo ‘Quidam’, riesce a toccare l’anima di ognuno di noi, facendo leva sulla nostra fantasia, sui nostri sogni di bambini. “Non c’è un numero o un momento fulcro in questo spettacolo – spiega sinteticamente ma centrando il punto l’ufficio stampa di questa colossale produzione, Jessica Leboeuf – Ognuno può essere colpito da un momento diverso, da un dettaglio, da una musica. Ognuno può apprezzare una cosa differente. Tutto è importante. Gli uomini che in ‘Quidam’ camminano sotto la pioggia rappresentano tutti noi”.

La protagonista è una bambina, Zoe, che è annoiata dalla realtà che la circonda: i suoi genitori, distanti e apatici, la ignorano. Zoe quindi cerca di riempire questo vuoto esistenziale scivolando in un mondo immaginario: le viene svelato da un misterioso uomo senza volto, che cammina sotto la pioggia, per le strade di un’anonima città. “Quest’uomo non ha identità, come i soggetti di Magritte”, spiega ancora Jessica Leboeuf, ma svelerà alla piccola il mondo più autentico e vivo che potesse immaginare. Una storia alla ‘Alice nel Paese delle meraviglie’ insomma, sempre attuale, anche a distanza di anni dalla sua creazione.

‘Quidam’, che in latino significa ‘qualcuno’, nasce nel 1996 a Montreal, dall’estro creativo di Franco Dragone, padre di ‘Alegria’, altro classico della compagnia. Da allora, la produzione ha visitato cinque continenti e ha emozionato milioni di persone. Nel dicembre 2010 ha intrapreso un nuovo viaggio: presentare lo stesso show nei palazzetti, partendo dal Nord America, e ora è arrivato in Italia: Torino è l’ultima tappa nel nostro Paese. Il cast internazionale comprende 45 acrobati, musicisti, cantanti e artisti di prima classe, cui si affiancano altrettanti tecnici, fisioterapisti, chef, fonici. Tante persone sono sul palco quante quelle dietro, “un’unica grande famiglia”, come l’ha definita la giovane Mei Bouchard, acrobata aerea dello spettacolo. Mei, appena finite le prove per la prima torinese, non appare stanca ma solo felice: ha 22 anni e viene dalla Florida. Nei tratti si vede la sua origine cinese, nel cognome la discendenza francese del papà, un ballerino, che la ha fatto conoscere il mondo della danza. Mei incontra l’acrobatica quasi per caso, danzando, diventa brava, al punto che tre anni fa decide di registrare un video e di mandarlo al Cirque du Soleil in occasione di una sessione di audizioni. Viene presa e da tre anni gira il mondo con la compagnia. In ‘Quidam’ si esibisce sulla corda aerea. Ha un sorriso che rapisce, un fisico scolpito come tutti i suoi colleghi e amici e i capelli tinti di viola, un tocco in più di originalità. E’ simpatica e solare e si presta volentieri alle domande: parla in inglese ovviamente, ma durante le prove, rivela, “si parla un po’ di tutto. E se qualcuno non sa l’inglese, troverà sempre qualcun altro pronto a tradurgli quello che non capisce”.

La varietà in ‘Quidam’ è la regola, sul palco e dietro le quinte: facendo un giro nel backstage è impossibile non essere colpiti dalla fisicità di ogni atleta ma allo stesso tempo ciascuno di loro è diverso. Si va dal ragazzo altissimo e possente, alto quasi due metri e pesante almeno 100 chili, alle ragazze più minute, piccole e forti che si possano immaginare. Fra loro anche un’atleta olimpica. Si chiama Lisa Skinner e viene dall’Australia. Il suo numero è quello del cerchio aereo, ma ovviamente è molto versatile: “Tutti dobbiamo essere in grado di fare più cose e impariamo anche dagli altri – spiega – Questo ci permette di sostituire chi si fa male o chi si deve riposare. Ma tutto ciò in confronto alle Olimpiadi è una passeggiata”, dice ridendo. Lisa ha 33 anni e sul cerchio mostra un’eleganza e una bravura tecnica davvero rare. “Ho iniziato a fare ginnastica quando avevo sei anni – racconta – Da sette lavoro per il ‘Cirque du Soleil’ e in ‘Alegria’ mi esibivo in un numero di trampolino”.

Ma quanto è difficile la vita di un artista del Cirque, in giro per il mondo per la maggior parte dell’anno, passata in teatri, palazzetti e hotel, fra ore di allenamento e prove che devono toccare la perfezione? Non è una passeggiata, certo, ma tutti rispondono con un sorriso, anche l’ufficio stampa Jessica: “Questa vita di certo non va bene se desideri una casa con una famiglia, un cane e il giardino. Ma se non vuoi queste cose, è bella: io lo faccio da anni e mi piace”.

Affinché tutto funzioni così alla perfezione però ci vuole un’organizzazione ferrea. Da questo principio derivano i numeri da capogiro dello spettacolo: 20 camion carichi di materiale, 12 ore per montare la scenografia alta 14 metri e larga 12, grazie al lavoro di 22 tecnici. E ancora: 2500 abiti, fra quelli utilizzati e quelli di ricambio, che devono essere lavati dopo ogni spettacolo per un totale di 6 ore di lavatrici. Novanta persone coinvolte in questo show, provenienti da 26 Stati, per un’età compresa fra i 20 e i 60 anni. E ancora un dato curioso: le scarpe degli artisti devono essere ripitturate a mano ogni settimana. I movimenti e i buchi sul pavimento rotante su cui si esibiscono le usurano. I fori, in totale 800mila, servono a creare quei giochi di luce che rendono unico lo spettacolo, insieme alla bravura degli artisti.

Ed eccoci quindi sul palco, trasportati dalle musiche, scelte ad hoc per permettere allo spettatore di essere rapito tanto dai momenti drammatici quanto da quelli comici. Dal mano a mano ai tessuti aerei, dal salto della corda al diablo, dalla clownerie all’acrobatica. Il Cirque ne ha fatta di strada da quando nacque nel 1984, in Quebec. Era solo un gruppo di 20 artisti allora, oggi è la compagnia circense più famosa al mondo, che conta 4mila lavoratori di 50 nazionalità diverse.

‘Quidam’ è in scena fino al 30 di novembre al Pala Alpitour di Torino, dopo essere stato a Roma, Milano, Bologna, Firenze e Pesaro. Partner ufficiale del tour è R 101 che, con un gioco on air, mette in palio, durante la diretta radio, dei biglietti omaggio per gli ascoltatori. A dicembre il tour si sposterà in Francia e poi a seguire in città europee come Oslo e Copenhagen fino a toccare Mosca e Tel Aviv ad aprile e giugno 2015.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata

Tag: