Rientro in classe per migliaia di studenti dopo cambio regole su quarantena e dad

 Rientro in classe in massa per migliaia di studenti che, fino a venerdì, erano in dad e che, con le nuove regole sulla didattica a distanza e le quarantene, sono dovuti tornare a scuola in tutta fretta. “Com’è andato? E’ andato… Ce l’abbiamo fatta anche stavolta. D’altra parte abbiamo vissuto momenti ben peggiori, ormai siamo avvezzi a queste situazioni”, commenta a LaPresse Cristina Cottarelli, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi di Roma e del Lazio. “Sabato e domenica sono stati giorni di lavoro compulsivo – spiega – con il personale scolastico che ha dovuto chiamare le famiglie per far rientrare i ragazzi in classe questa mattina”.

 “Gli studenti che non sono riusciti a fare il tampone ieri sono stati messi in dad, in via eccezionale”, prosegue Cottarelli che spiega che i rapporti con le Asl del Lazio sono comunque “rapidi e proficui”. “Le nuove norme – ammette – hanno creato confusione. Le famiglie sono disorientate” e “le scuole hanno bisogno di tempo per riallinearsi”. Ma, nonostante i tempi stretti, tutto si è svolto senza grandi criticità, assicura.

 Secondo i protocolli rivisti e corretti dal ministero dell’Istruzione, all’asilo si resta a casa solo al quinto caso di positività al Covid. Alle elementari, invece, fino a 4 casi tutti in presenza. Con più di 4 casi, la Dad e la quarantena scatteranno solo per i non vaccinati e coloro che sono guariti da più di 120 giorni. Alle medie e alle superiori, infine, se i positivi sono 2 o più, chi ha concluso il ciclo vaccinale o è guarito da meno di 4 mesi resta in classe. Gli altri, non vaccinati o vaccinati da più di 120 giorni, vanno in Dad ma solo per 5 giorni e non più per dieci. A rientrare in classe oggi, dunque, tutte quelle classi in cui non si era raggiunto quel numero di positivi.

 A chi vede nella modifica delle regole una ulteriore discriminazione tra studenti vaccinati e non, Massimo Andreoni – primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) – intervistato da LaPresse replica che scelte diverse “non sono discriminatorie e punitive, ma protettive”. Un concetto ribadito anche dal consigliere del ministro Speranza, Walter Ricciardi, che spiega: “per i bambini vaccinati l’infezione può decorrere in maniera blanda”. Al contrario, “il bambino non vaccinato è un bambino vulnerabile”. Se poi le regole, in qualche modo, implicano una sorta di discriminazione “dispiace”, prosegue Ricciardi, ricordando che è la salute “il primo bene da tutelare”.

 La revisione delle regole è “un altro passo per riappropriarci di quella libertà che tutti desideriamo ritrovare dopo due anni difficili e complessi”, è il commento di Rossano Sasso, sottosegretario all’Istruzione, che comunque ribadisce la sua contrarietà alla distinzione in base allo stato vaccinale. Sasso conferma che “bisogna continuare a lavorare per mettere ancora più in sicurezza le nostre scuole, ma, come chiedevamo da qualche settimana, è stato giusto rimodulare le regole visto il rallentamento della pandemia. Lo dovevamo ai nostri ragazzi”.

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