La Crui denuncia tagli nell'ultima bozza del Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO). Bernini: "Comportamento inaccettabile, preclude confronto"
Tagli per più di 500 milioni di euro (precisamente 513.264.188 euro) nell’ultima bozza del Fondo di Finanziamento Ordinario delle Università (FFO) previsto per l’anno 2024. È l’allarme lanciato dalla Crui, la Conferenza dei Rettori. Secondo la Crui, la bozza del Decreto Ministeriale avrebbe “notevoli elementi di criticità che, se confermati nella versione definitiva del DM, rischiano non solo di arrestare l’evoluzione virtuosa del sistema universitario nazionale ma di mettere a rischio la sopravvivenza stessa dell’università statale italiana”, anche perché i tagli, scrivono i rettori, “rischiano di rendere insostenibile la copertura dei costi del personale”. I rettori chiedono quindi di aprire un confronto con il governo e scrivono in una nota che “emerge la preoccupazione che una intera generazione di giovani ricercatrici e ricercatori non abbia prospettive“.
“Costi del personale rischiano di essere insostenibili”
La Conferenza dei rettori ricorda che tra il 2019 e il 2023 il fondo ha visto “un aumento delle risorse complessivamente destinate al sistema universitario (dai 7,5 miliardi del 2019 ai 9,2 miliardi del 2023)” ed è cambiata anche la stessa struttura del Fondo con “un costante aumento della quota premiale legata alla qualità delle politiche di reclutamento e dei risultati della ricerca e un significativo incremento della quota vincolata, prevalentemente all’assunzione di nuovo personale”. Gli Atenei dunque, hanno “adattato le loro strategie di reclutamento e di pianificazione economico-finanziaria, investendo (per lo più forzatamente dai piani straordinari) in un sostanziale rinnovamento del corpo docente e ricercatore e confidando nella possibilità che tali indirizzi di fondo, rispondenti a precise e condivisibili esigenze di incremento della quantità di risorse ma anche della qualità del loro utilizzo, venissero mantenuti nel medio periodo“. Invece, ora il provvedimento prevede che “lo stanziamento complessivo verrebbe diminuito, rispetto all’anno precedente, di un ammontare pari a circa 173 milioni di euro con una generalizzata riduzione di tutte le componenti principali del FFO rispetto al 2023 e, in alcuni casi, una riduzione addirittura rispetto al 2022” a cui si aggiunge che “lo stanziamento comprende 300 milioni del piano straordinario“. A fronte dell’inflazione, i tagli “rischiano di rendere insostenibile la copertura dei costi del personale, compreso quello assunto con i diversi piani straordinari, e degli adeguamenti stipendiali”. Per questo la Crui “propone l’avvio di un tavolo con il Ministero dell’Università e della Ricerca e con il Ministero dell’Economia e delle Finanze per discutere alcune possibili riformulazioni degli indicatori di bilancio, non più attuali in un contesto globale, e in particolare dell’indicatore relativo alle spese per il personale, nonché le possibilità di accesso per gli Atenei alle misure di volta in volta dirette ai comparti dello Stato, tra cui nell’immediato al piano energetico europeo Repower EU per gli investimenti green”.
Fonti Mur: “Allarme infondato, Crui sceglie strada della polemica”
“A fondo di finanziamento ordinario-Ffo ancora in discussione si è scelto di diffondere cifre infondate e allarmistiche su presunti tagli agli atenei. Invece del confronto di merito con la ministra Anna Maria Bernini e il suo staff, viene preferita la strada del pregiudizio e della polemica pubblica del tutto pretestuosa. è un comportamento in contrasto con qualsiasi tavolo istituzionale di confronto”. È quanto si apprende da fonti del Ministero dell’università e della ricerca.
Bernini: “Comportamento inaccettabile Crui preclude confronto”
“A pochi minuti dall’inizio di un incontro in Conferenza dei rettori-Crui programmato da tempo vengono diramate cifre infondate e allarmistiche su presunti tagli agli atenei. A un confronto di merito con il ministro e il suo staff a documento per il Finanziamento ordinario-Ffo ancora aperto, viene preferita la strada del pregiudizio e della polemica pubblica del tutto pretestuosa. È un comportamento inaccettabile e che preclude, su tali premesse, qualsiasi ipotesi di confronto”. Lo dice la ministra dell’Università e della ricerca, Anna Maria Bernini. “Dettaglierò voce per voce i finanziamenti già erogati e quelli programmati destinati agli atenei per una doverosa operazione trasparenza. Quello che ha di fronte il sistema, quindi, non è un tema di scarsità di risorse, ma della loro gestione ottimale. Una questione di capacità gestionale di cui i rettori sono i primi responsabili e di cui dovrebbero rendere conto”, afferma.
“Per quanto mi riguarda, sono e resterò in prima linea per tutelare quel grande patrimonio nazionale che è il sistema della formazione superiore – conclude Bernini – E continuerò a mettere in campo ogni iniziativa nei prossimi mesi per rendere pubblico come le risorse vengono spese, quali sono a parere del ministero le inefficienze e i ritardi. Ricordo a tutti che i fondi di cui disponiamo sono pubblici, a carico dei contribuenti ed al servizio degli studenti”.
Salta incontro Crui-Bernini
In seguito alla diffusione dei dati, è saltato l’incontro previsto per oggi tra la ministra dell’Università e della ricerca, Anna Maria Bernini, e la Crui. La ministra non si è recata all’incontro. Lo apprende LaPresse.
Mur: “No tagli a fondo finanziamento ma stabilizzazione”
Il ministero dell’Università e della Ricerca ha poi precisato con una nota: “Il Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) anche per il 2024 è superiore del 21 per cento rispetto al 2019. Si tratta di oltre 1 miliardo e mezzo in più, passando da 7 miliardi e 450 milioni a oltre 9 miliardi e 31 milioni. In riferimento ai rilievi pretestuosi fatti dalla Crui, la Conferenza dei Rettori, si fa presente che il finanziamento del Fondo di finanziamento ordinario per l’anno in corso era noto già da tempo, essendo le risorse inserite in Legge di Bilancio. Si fa inoltre presente che quest’anno e per i prossimi anni non ci sarà alcun taglio ma una sostanziale stabilizzazione del Fondo, per una cifra superiore ai 9 miliardi. A legislazione invariata, infatti, si passerà a un incremento del 2% dal 2024 al 2025, e del 2,35 dal 2024 al 2026″.
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