Il regista e produttore a LaPresse: "Ora passerà 5 anni a testa bassa per cambiare Genova"
La gioia di Fausto Brizzi, regista, produttore e marito della neo-sindaca di Genova, Silvia Salis, per la vittoria della moglie alle elezioni comunali del 2025 nel capoluogo ligure. “Il sogno per lei era questo. Arrivare qui non era scontato, c’era una concorrenza agguerrita e adesso vuole stare 5 anni qui e fare qualcosa per la sua città, poi vedremo. Se questo diventerà un punto di partenza o no ce lo racconterà il tempo”, ha detto Brizzi a LaPresse. “Raccontare la campagna elettorale di mia moglie in una prossima opera? Ci sto ragionando. Quello della campagna elettorale è un backstage non raccontato ancora, in un film italiano. Ci penserò“, ha affermato ancora.
Brizzi: “Ha vinto con il suo fair play”
Secondo Brizzi, Silvia Salis, che è una ex atleta e dirigente sportiva, “ha applicato quello che si applica nello sport: il fair play del linguaggio. Ed è quello che insegna lo sport, dove se fai fallo vai fuori dal campo, mica continui a giocare. La politica è stata un far west in questi anni”. Il punto forte della moglie, prosegue, “è l’instancabilità e il fatto che apprende qualsiasi cosa alla velocità della luce. Avrebbe potuto fare qualsiasi sport nella vita, o qualsiasi attività, dopo un attimo sa fare quella cosa meglio di te”. Brizzi ha poi raccontato il loro colpo di fulmine: “Quando l’ho incontrata ci ho parlato tre minuti poi sono andato dagli amici che me l’avevano presentata dicendo: ‘La sposerò’“.
“Sarà a testa bassa per cambiare la città”
“Per ora lei si pone veramente come civica. Voleva davvero fare qualcosa per la sua città. Suo padre era un attivista del Pci qui a Genova, un operaio che lavorava nel campo di atletica come custode, il campo dove è cresciuta Silvia. Adesso sarà a testa bassa su questi 5 anni per cambiare la città, tutto quello che non è stato fatto negli ultimi otto”, ha detto poi Brizzi sull’impegno politico di Salis. “Silvia da anni lavora nella politica, perché a Roma in qualche modo tutto è politica – ha concluso – Da sempre aveva l’idea di fare qualcosa per il suo territorio, poi si è aperta questa possibilità concreta e ha cominciato a studiare come farla diventare realtà. Genova è di centrosinistra, semplicemente la metà dei genovesi non andava a votare perché sono stati delusi nel tempo, e queste elezioni hanno richiamato, credo, il 7-8% dei genovesi alle urne: questo è il risultato più importante al di là della vittoria, che una grossa fetta dei genovesi abbia ritrovato la voglia di venire a dire la sua“.
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