La premier incontra il cancelliere tedesco Merz: "Prendo atto invio truppe non più tema in discussione"
Sull’Ucraina la premier Giorgia Meloni, riferendosi al presidente francese Emmanuel Macron, chiede uno “stop ai personalismi che rischiano di minare l’unità dell’Occidente”.
“Mi pare abbastanza chiaro che tenere unito l’Occidente, che è stata la nostra forza dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, senza escludere nessuno e consentendo a tutti di esprimere il loro punto di vista, sia stata per l’Italia sempre una priorità e quindi è forse anche necessario in un momento delicato come questo, mettiamola così, abbandonare un po’ i personalismi, che rischiano di minare un’unità dell’Occidente che è stata fondamentale e rimane fondamentale per risolvere il conflitto in Ucraina”. La presidente del Consiglio lo ha detto nelle dichiarazioni alla stampa al termine del bilaterale a palazzo Chigi con il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, rispondendo a una domanda sulla dichiarazioni di ieri a Tirana del presidente francese Emmanuel Macron.
Meloni: “Prendo atto invio truppe non più all’ordine del giorno”
“Per quello che riguarda le parole del presidente Macron” di ieri a Tirana sulla coalizione dei volenterosi, “io non posso che prendere atto del fatto che l’invio delle truppe” in Ucraina “non è più un tema di discussione perché, come si sa, ho varie volte espresso la mia perplessità rispetto all’efficacia di un’iniziativa di questo tipo, particolarmente nel momento in cui tutti quanti lavoriamo su una priorità che è quella di un cessate il fuoco incondizionato. Priorità che si accompagna alla necessità di continuare a sostenere l’Ucraina nella sua capacità di difendersi, priorità che si accompagna, nel caso in cui si dovesse riuscire finalmente ad arrivare a un serio tavolo delle trattative per una pace in Ucraina, alla questione delle garanzie di sicurezza per la nazione aggredita”. “
Queste sono le priorità indipendentemente dai formati – ha aggiunto -. Ma ovviamente, soprattutto nel momento in cui l’ipotesi dei soldati pare sia tramontata, a maggior ragione noi continuiamo a essere disponibili, come siamo sempre stati disponibili a partecipare a qualsiasi formato con i nostri partner europei e occidentali per raggiungere l’obiettivo di una pace giusta e duratura in Ucraina”.
Rapporto con Berlino positivo
Anche di questo Meloni ha discusso con Merz, accolto a Chigi nel tardo pomeriggio e poi ospitato a cena nella sede del governo con le rispettive delegazioni. Se il rapporto con Parigi resta ‘gelido’, infatti, quello con Berlino appare decisamente positivo. La premier davanti alla stampa ha parlato di un incontro “molto aperto, cordiale, ma soprattutto operativo e concreto, che credo rappresenti la smentita più efficace della presunta assenza di interesse da parte del nuovo governo tedesco nei confronti del rapporto con l’Italia”. Anche perché, ha ricordato, “la profondità e la solidità delle relazioni tra le nostre due nazioni sono semplicemente impossibili da mettere in dubbio. Siamo nazioni amiche, alleate, e siamo anche le due principali economie manifatturiere d’Europa, i nostri sistemi produttivi negli anni sono stati sempre più interconnessi tra loro, quindi i nostri destini sono molto legati”.
Col bilaterale andato in scena nella Capitale, perciò, “avviamo una nuova fase del nostro cammino che ci condurrà a ospitare all’inizio del 2026 il prossimo vertice intergovernativo”. Un modo per chiudere le polemiche politiche che si sono sollevate a seguito di una rivelazione della testata Die Welt, secondo cui nell’accordo di coalizione fra i socialdemocratici della Spd e il blocco conservatore Cdu-Csu di Merz l’Italia sarebbe stata esclusa su insistenza della Spd dai partner strategici dell’asse europeo. “Per noi tedeschi l’Italia è più che mai un partner strategico irrinunciabile, in politica europea ed estera”, rimarca il cancelliere tedesco.
I dossier sul tavolo
Tra i vari dossier affrontati con Merz, ha spiegato Meloni, ci sono stati anche quello sul Medioriente (“siamo entrambi amici sinceri di Israele ma non possiamo restare indifferenti rispetto a quello che accade a Gaza”), quello legato ai flussi migratori (“è tra quelli che sicuramente ci stanno più a cuore e ho riscontro grandissima sintonia”) e quello su automotive e competitività.
“Rilanciare quella delle nostre imprese è una priorità che condividiamo”, ha rimarcato la premier, prima di ribadire che l’Ue deve “rimuovere quei dazi interni che rischiamo di autoimporci e che rischiamo di autoimporre ai nostri sistemi produttivi, alle nostre imprese”. Il dossier dei dazi, peraltro, potrebbe tornare d’attualità già domani a Chigi, visto che non si esclude un possibile incontro nel pomeriggio prima tra Meloni e il vicepresidente Usa JD Vance, e poi tra la premier e la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, entrambi nella Capitale per partecipare alla cerimonia di inaugurazione del pontificato di Papa Leone XIV.
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