Il ministro dell'Economia Giorgetti: "Accordo la prossima settimana? Possibilità scarse"

“Le posizioni sono ancora abbastanza distanti“. L’ammissione della premier Giorgia Meloni, al termine del Consiglio europeo, conferma che si allontana la possibilità di chiudere presto l’accordo sul nuovo Patto di stabilità europeo. Possibilità che sono “scarse” secondo il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che fa presagire un nulla di fatto alla prossima riunione dell’Ecofin del 20 dicembre.

Passi avanti nel dialogo con Macron

È in quella sede che si dovrebbe arrivare all’intesa, ma Meloni ribadisce che questa intesa non c’è. “Io non penso che sia impossibile trovare un accordo, penso che un accordo alla fine si possa e si debba trovare ma non potrei dire che lo abbiamo già trovato”, rimarca Meloni, rivelando passi avanti nel dialogo con Emmanuel Macron: “Con il presidente francese abbiamo affrontato dal tema del Patto di stabilità a tutti gli altri dossier sui quali pensiamo si possa costruire una convergenza e sul tema del Patto ci sono diverse convergenze“. La presidente del Consiglio esclude che il Mes possa essere usato come mezzo di scambio in questa partita: “devo dirvi che questo link lo vedo solo nel dibattito italiano” perché “non c’è questa dimensione del ricatto, di dire ‘se non fai questo, non diamo questo’. Non ho mai visto nessuno porre la questione così“. Quindi si mostra più cauta anche sulla questione di un veto che l’Italia potrebbe porre, ma ribadisce che “l’unica cosa che io non posso fare è dare il mio ok a un Patto che, non io, ma nessun governo italiano potrebbe rispettare”, aggiungendo che “non chiediamo una modifica del Patto per gettare i soldi dalla finestra” ma per fare “degli investimenti, senza essere per questo colpiti, perché sarebbe una strategia miope, non per l’Italia ma per l’Europa”.

Giorgetti: “Firmeremo solo se nell’interesse dell’Italia”

Al mattino era stato Giorgetti ad anticipare il pessimismo per “un’Europa incapace di prendere qualsiasi decisione in termini tempestivi e strategici. Corre dietro alla Cina, agli Stati Uniti. D’altronde quando sei in 27, poi saremo in 30, 32…è impossibile decidere”, dice il titolare del Mef, assicurando che “non ho niente contro le videoconferenze ma che vada a chiudere un accordo che condizionerà l’Italia per i prossimi 20 anni anche no, grazie, un Ecofin in presenza sarebbe opportuno”. In ogni caso, la possibilità che si arrivi ad un’approvazione la settmana prossima “le vedo scarse”, conclude il ministro leghista, e “metteremo la firma solo se sarà negli interessi dell’Italia”.

Salvini: “Non firmeremo se sarà una trappola”

Se ci saranno le condizioni, il governo firmerà, se sarà una trappola no. Ma non sono io al tavolo e ho piena fiducia in Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti”, conferma il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini, secondo il quale è incredibile dover parlare di tagli e di austerity, taglio del debito, chiusura di aziende e tagli alla scuola e alla sanità, dopo una pandemia e con due guerre in corso”, mentre sul Mes non cambia idea: “No. È uno strumento inutile”. Sul fronte opposto attacca la segretaria del Pd Elly Schlein: Meloni in Europa “si è mossa male”, afferma, dicendosi preoccupata che, “con un Governo che si è sempre scelto gli alleati più sbagliati in Europa, questo lasci l’Italia più sola”. 

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