Il ministro dell'Economia ad Atreju: "Ue incapace di decidere, sembra un condominio"
Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, rallenta sulla possibilità di approvare la riforma del Patto di Stabilità e Crescita europeo la prossima settimana. “Possibilità che si arrivi ad un’approvazione la settimana prossima? Le vedo scarse“, ha detto il ministro nel suo intervento ad Atreju, la festa di Fratelli d’Italia in corso a Roma. “Abbiamo fatto dei passi in avanti, ci sono tanti aspetti da chiarire. Un patto che duri 10,15, 20 anni deve valutare tante cose, se c’è da aspettare un altro po’ non è neanche male. L’Italia valuterà tutti i mezzi a disposizione per fare gli interessi nazionali, altri partono da posizioni di vantaggio, anche la Germania può mettere il veto. Ci vuole responsabilità e senso del momento, metteremo la firma se sarà negli interessi dell’Italia“, ha precisato Giorgetti sul tema. Dal ministro anche una critica alla scelta dell’Ue di tenere il prossimo Consiglio Economia e Finanza, che deciderà sulla modifica delle regole di bilancio, in videoconferenza invece che dal vivo. “Non ho niente contro le videoconferenze ma che vada a chiudere un accordo che condizionerà l’Italia per i prossimi 20 anni anche no, grazie, un Ecofin in presenza sarebbe opportuno“, ha affermato.
“Ue incapace di decidere, sembra un condominio”
Il ministro ha poi posto l’accento sulla necessità di riforme all’interno dell’Unione Europea per garantire la possibilità di arrivare più facilmente alle decisioni, specialmente alla luce del possibile allargamento a 34 o 35 paesi del blocco. “L’Europa è incapace di prendere qualsiasi decisione in termini tempestivi e strategici. Corre dietro alla Cina, agli Stati Uniti. D’altronde quando sei in 27, poi saremo in 30, 32…è impossibile decidere. Chiunque ha esperienze di assemblee di condominio, quella è l’immagine dell’Europa adesso. Lo dico con riferimento al Patto di stabilità, agli investimenti strategici e alle grandi sfide nelle quali l’Europa si è imbarcata, se non hai gli strumenti e se non hai un apparato normativo che ti permetta di decidere come fanno gli altri competitori globali, il mondo non è più quello degli anni 60-70-90, lo spiazzamento sarà totale anche sotto il profilo delle esportazioni. Questo è l’affresco”, ha detto.
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