La presidente della Commissione Europea a un anno dalla morte dell'ex presidente dell'Eurocamera

Ursula von der Leyen usa l’italiano per ricordare “il presidente buono” David Sassoli e il teatro Quirino, pieno fino in seconda galleria, esplode in un applauso. Sul palco, insieme a lei, ci sono l’ex premier Romano Prodi e il segretario Pd Enrico Letta. Seduti in prima fila il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il titolare degli Affari Ue Raffaele Fitto. Mercoledì sarà trascorso un anno dalla scomparsa dell’ex presidente del Parlamento europeo e la presentazione del libro ‘David Sassoli. La saggezza e l’audacia’, che racchiude alcuni suoi discorsi diventa l’occasione per commemorare “un uomo gentile e coraggioso”.

La presidente della Commissione europea racconta una visita istituzionale fatta al campo di deportazione nazista di Fossoli (Modena). “Il discorso di David – ricorda – è stato una lettera d’amore per l’Europa“. Non solo, però. “Quando le trombe hanno suonato ‘il silenzio’ per commemorare le vittime, nel momento più solenne della celebrazione, David ha infranto il protocollo e mi ha preso la mano. Un semplice gesto di unità che valeva più di un milione di parole. Questo era David Sassoli: un uomo con la passione per la democrazia e per l’Europa”, aggiunge von der Leyen che ripercorre le parole dell’ex presidente su Covid, diritti, giustizia climatica e sociale, pace, valori europei quasi fossero previsioni sul futuro, lezioni da tenere a mente. “David credeva nella democrazia europea”, scandisce ancora, ma sapeva anche “che la democrazia è fragile e deve essere protetta dai nemici interni ed esterni. David non avrebbe mai tollerato la corruzione, né all’interno del Parlamento né all’interno di alcun organo governativo“, dice facendo un chiaro riferimento al Qatargate. “Ora lotterebbe con tutte le sue forze per l’onestà e contro l’ingerenza straniera nella nostra democrazia“, dice sicura. 

Romano Prodi annuisce, poi ricorda la sua “grande capacità di coinvolgimento ma anche il rispetto assoluto dei limiti della politica, la sua è una lezione di democrazia che non posso dimenticare”, esordisce. Poi, l’ex premier ed ex presidente della Commissione Ue indica una nuova rotta all’Europa. “Il cambiamento dei trattati è difficile in questo momento, ma è necessario. Con l’unanimità non si può più procedere, è antidemocratico, trasforma ogni nano in un gigante”, insiste, bollando poi come “obbligatorio il proseguimento a due velocità, come è stato fatto con l’Euro. Bisogna che i paesi fondatori facciano da nucleo di riferimento per un grande salto in avanti. Il problema dell’Ue è che un corpo fermo non sta in equilibrio – avverte -. Il momento di oggi è più drammatico di quelli che ho vissuto nella mia esperienza politica”.

Enrico Letta condivide la necessità di una svolta: “Io non ho mai visto un veto usato in Europa senza che fosse un ricatto. Questa è la morte dell’Europa, questa cosa va cambiata, almeno aumentando a tre il numero dei Paesi che possono opporre il veto, cambierebbe tutto”, propone. Non solo. Il segretario Pd torna sullo scandalo che ha investito le massime istituzioni europee. “Chissà cosa pensa David da lassù guardando queste schifezze emerse nelle ultime settimane. Oggi c’è bisogno di un’autorità etica europea, i danni che questi comportamenti fanno all’Europa sono insopportabili”, insiste. Il leader dem rivela poi una proposta politica fatta a Sassoli, pochi giorni prima che morisse: “David avrebbe cambiato la storia d’Italia se la malattia non lo avesse portato via. Il 16 dicembre, nell’ultimo incontro pubblico con lui, proposi a Sassoli di guidarci alle elezioni politiche – racconta -. ‘Hai una capacità espansiva, hai la capacità di costruire una coalizione molto più larga’, gli dissi. Da segretario facevo io il passo indietro. Non se lo aspettava, rimase colpito e mi disse ‘mi ci devi far pensare’. Qualche giorno dopo mi richiamò, mi disse ‘vediamoci’. Poi purtroppo è andato via”.

Mercoledì, prima della direzione chiamata a sancire una volta per tutte le regole del congresso, i dem ricorderanno l’ex presidente del Parlamento europeo.

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