Il candidato sindaco rasserena gli animi dopo il caso dell'audio rubato in cui minacciava di lasciare la corsa elettorale

Rientra il caos nel centrodestra a Milano dopo che l’audio del candidato sindaco Luca Bernardo, uscito da una chat “privata composta da 7 persone tra cui parlamentari”, come precisato dallo stesso medico in un incontro con i giornalisti, ha scatenato il panico. Con alcuni sondaggi che danno Beppe Sala vincitore già al primo turno, gli attacchi da esponenti di peso come Vittorio Feltri e le difficoltà di una campagna partita a cavallo dell’estate, la situazione era diventata critica per il pediatra prestato alla politica.

Già in mattinata però sono arrivati i primi segnali distensivi, con il centrodestra che assicura di essere pronto a saldare le spese per le ultime due settimane di campagna elettorale. Infine la scelta da parte di Bernardo di convocare la stampa per “rasserenare gli animi” in merito alla sua richiesta di fondi per la campagna elettorale da parte dei partiti che lo sostengono: il suo, spiega Bernardo “era un grido di allarme non di aiuto” rivolto alla “famiglia” del centrodestra.

“Con i partiti ci siamo trovati e abbiamo raggiunto la normale sintesi con la normale discussione interna che ci permette di andare avanti come una famiglia. Certamente sì, arriveranno i finanziamenti, in termini economici non so dirvi quanto, vedremo il conto nei prossimi giorni”, dice ai giornalisti da Sesto San Giovanni lanciando anche una provocazione agli sfidanti del centrosinistra. “Proprio perché è una chat privata con parlamentari, darò mandato al mio legale di avviare la denuncia alle autorità competenti, che sia la magistratura o la polizia postale. Il timore è che magari si sia inserito qualcuno, ma questo ce lo diranno loro”, dice parlando di “colpi bassi di certa sinistra”.

Una cosa è sicura: la sua corsa verso Palazzo Marino non si fermerà, come invece minacciato nell’audio. “Amo Milano, qui vivo con la mia famiglia, qui cresce mia figlia e non ho alcuna intenzione – non l’ho mai avuta in vita mia – di mollare”. Anche gli attacchi degli alleati, dice, non sono tali tanto che le parole di Feltri – che conosce da anni – sul suo non essere all’altezza sono state dette “in assoluta normalità e buona fede perché ha ragione: io sono un medico, sono un manager e sono un assoluto neofita della politica e ne sono molto fiero”.

Dal disastro, la ripartenza dunque: “Alla sinistra che ci definisce ‘l’armata Brancaleone’ ricordiamo che noi discutiamo ma troviamo sempre soluzioni con coerenza e sintesi: siamo più compatti di prima, siamo ancora più uniti di prima”.

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