Il ministro Orlando: "Serve il consenso di tutti". Protestano i sindacati. Cisl: "La proroga è necessaria"

AAA soluzione cercasi. Potrebbe essere questo il cartello appeso nelle stanze della maggioranza sul blocco dei licenziamenti, con il Pd che punta sulla selettività di alcuni settori. Il M5S, invece, rilancia la proroga dello stop, con la Cisl che chiede un prolungamento fino a ottobre. Al momento la normativa sblocca i tagli al personale già il 1° luglio e l’unica strada per modificare la norma sarebbe in teoria un emendamento al Decreto Sostegni bis, impossibile però da portare a casa in venti giorni. Servirebbe quindi un’iniziativa del governo, dove però al momento non sembra esserci unità di vedute un un tema tanto delicato. Analizzando gli ultimi report sul lavoro di Bankitalia si può calcolare una cifra vicina ai 370-380mila possibili esuberi tra i contratti a tempo indeterminato, ai quali potrebbero aggiungersi circa altri 200mila licenziamenti legati alla crisi Covid.

Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, è consapevole di come serva “il consenso di tutti” e intanto rilancia sulla riforma degli ammortizzatori, tassello fondamentale per contenere i licenziamenti attesi. “Il confronto sull’impianto si concluderà a fine mese o all’inizio di luglio, poi bisognerà avviare una discussione con il Ministero dell’Economia, per reperire le risorse necessarie ad attivare i vari strumenti”, spiega Orlando, aggiungendo come “l’idea è quella di un sistema di tutela universale, costruire un meccanismo di cassa integrazione che tenga conto delle dimensioni dell’impresa e della specificità dei settori, che sia uno strumento non solo di integrazione al salario, ma anche di carattere formativo”. Sui licenziamenti la linea Pd è lanciata in mattinata dal segretario Pd Enrico Letta: “Fin dall’inizio la nostra proposta è di essere selettivi, ad esempio l’edilizia grazie all’ecobonus è ripartita, altra cosa sono settori come il tessile e l’automotive per cui serve maggiore gradualità”. L’idea riecheggia in parte la proposta dello sblocco per settori del leghista Giancarlo Giorgetti, ma nel M5s la risposta è chiara. “E’ indispensabile prevedere un’ulteriore proroga dei licenziamenti. Siamo all’ultimo miglio di una crisi durissima e proprio ora dobbiamo insistere a tutela dei livelli occupazionali”, scrivono i senatori in commissione Lavoro di palazzo Madama.

Nel dibattito si inseriscono anche i sindacati, preoccupati per le ricadute soprattutto sull’industria. Il leader della Cisl, Luigi Sbarra, si rivolge direttamente al governo: “E’ necessario un prolungamento almeno fino ad ottobre e un nuovo confronto con noi”. Sembra quindi traballare la mediazione trovata dal premier Mario Draghi, criticata proprio dalle parti sociali perché ritenuta troppo vicina alle posizioni di Confindustria, da mesi in pressing per eliminare il freno ai licenziamenti.

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